Cultura & Gossip
SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 2 all'8 marzo 2020 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano
28.02.2020 13:28 di Redazione

Agenda settimanale dal 2 all'8 marzo 2020 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano:

 

Cinema Teatro Italia di Eboli
Info 0828365333
Martedì 3 marzo, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0817113455
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano
info 0823885096 - 3333782429
Sabato 7 marzo, ore 20.45

 

I Ditelo Voi
in

Il Segreto della Violaciocca
uno spettacolo de I Ditelo Voi e Francesco Prisco
 

Che fine hanno fatto i fratelli Cirillo (Mimmo Manfredi e Francesco De Fraia) spariti in circostanze misteriose trentadue anni fa e mai più ritrovati? 
Ne sa qualcosa Raffaele Annunziata (Lello Ferrante) chimico in pensione con una smodata passione per la floricoltura, radiato dall'albo medico per aver condotto esperimenti non autorizzati sulle presunte proprietà allucinogene della Violaciocca, il cosiddetto "Fiore della nonna", e che li tiene in ostaggio nel cantinato proprio sotto la sterminata piantagione di fiori che coltiva con amore. 
Niente televisione, radio, giornali o internet (di cui i due ignorano l'esistenza), praticamente congelati al momento in cui sono stati rapiti per una vendetta ai danni di un collega, Mimmo e Francesco, ormai quarantenni, hanno conosciuto la vita soltanto attraverso gli occhi e i racconti del loro aguzzino, che si è divertito a creare una realtà che non esiste, inventando un mondo orrendo, pericoloso ed efferato, così da scoraggiarli a qualunque tentativo di evasione. 
Col passare del tempo, però, la gestione dei due ingenui reclusi comincia a complicarsi. Gli impulsi sessuali di Mimmo cominciano ad essere incontenibili, così come la voglia di Francesco che, nonostante la paura, sogna di uscire e scoprire cosa c’è oltre quello scantinato.

 

 

 

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli
Info 0974282362, 3383096807
Mercoledì 4 marzo, ore 20.45

 

AG Spettacoli e Tradizione e Turismo 
presentano

 

Biagio Izzo in

 

Tartassati dalle tasse
una commedia scritta e diretta da Eduardo Tartaglia

 

con

Mario Porfito, Magdalena Grochowska, 
Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Marianna Carbone
musiche Antonio Caruso, disegno luci Francesco Adinolfi
produzione esecutiva Giacomo Monda  

 

Giulio Andreotti soleva dire che l’Umiltà, che di per sé costituisce una grande virtù, si trasforma in una vera iattura quando gli Italiani la praticano in occasione della loro dichiarazione dei debiti. “Io le tasse le pagherei. Ed anche volentieri! Se solo però poi le cose funzionassero veramente!...” 
Quante volte abbiamo ascoltato simili confidenze? E quante volte anche la nostra coscienza di pur buoni ed onesti cittadini ha segretamente partorito concetti del genere?... Il problema, però, è che se poi davvero ragionassimo tutti quanti sempre così, come e perché mai le cose potrebbero veramente funzionare?
Sarà costretto improvvisamente a domandarselo anche Innocenzo Tarallo, 54 anni ben portati, napoletano, imprenditore nel settore della ristorazione: il classico “self made man”, che da nipote e figlio di baccalaiuolo si ritrova ora proprietario orgoglioso di un ristorante internazionale di sushi all’ultima moda. 
E che dopo tanti sacrifici avrebbe voluto ora godersi anche un po’ la vita; magari anche grazie a qualche piccola “furbizia” di contribuente… E che si ritroverà invece in balia di mille peripezie e problemi. E soprattutto costretto a risolvere il quesito che angustia la stragrande maggioranza di noi: come è possibile che due parole che da sole evocano così tanta bellezza: “Equità” e “Italia”, quando si uniscono si contraggono dolorosamente come chi è in preda alla più dolorosa delle coliche addominali?

 


Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 5 a domenica 8 marzo
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)

Nuovo Teatro
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presentano

Mine Vaganti
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek

con
Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, 
Arturo Muselli, Giorgio Marchesi, 
 e Caterina Vertova

 

e con (in o.a.)
Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, 
Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori

 

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici, vincitore di 2 David Di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York, Ciak D’Oro come Miglior Film.
Il giovane Tommaso torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti chi veramente è: un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori sede come tutti credono. 
Ma la sua rivelazione viene bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la verità, contro un mondo familiare pieno di contraddizioni e segreti.

 

 

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Giovedì 5 marzo, ore 20.45

 

Teatro Massimo di Benevento
info 082442711
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

La Pirandelliana
presenta

 

Regalo di Natale
di Pupi Avati
adattamento teatrale Sergio Pierattini

 

con 
Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Biase

 

scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai 
luci Pasquale Mari
foto di scena Michele De Punzio

 

regia Marcello Cotugno

 

Ci troviamo in una villa, la notte di Natale. Quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, che non si vedono da dieci anni, si ritrovano per giocare una partita di poker e incontrano quello che è designato ad essere il pollo da spennare, il misterioso avvocato Santelia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. 
In realtà è il presunto pollo a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell'altro, hanno perso. Franco è proprietario di un importante cinema di Milano ed è il più ricco dei quattro, l'unico ad avere le risorse economiche per poter battere l'avvocato, noto nel giro per le sue ingenti perdite. 
Tra Franco e Ugo però, i rapporti sono tesi, al punto tale che Franco, indispettito dalla sua presenza, quasi decide di tornarsene a casa. La sola prospettiva di vincere la somma necessaria alla ristrutturazione del cinema lo fa desistere dall'idea. 
La partita si rivela ben presto tutt'altro che amichevole. Sul piatto, oltre a un bel po' di soldi, c'è il bilancio della vita di ognuno i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. Tratto da uno dei più bei film di Avati, lucido, amaro, avvincente.
Originariamente ambientato negli anni ‘80, il testo è stato trasposto ai giorni nostri, in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa segnando profondamente la società italiana. 
In risposta a recessione e precariato, il gioco d’azzardo vive una stagione di fulminante ascesa, e - dalle slot che affollano i bar e al boom del poker texano - si moltiplicano i luoghi e le modalità in cui viene praticato.  
I soldi facili sono la chimera inseguita anche dai nostri protagonisti, in un crescendo di tensione che ci rivela mano dopo mano come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di fiches.  

 

Teatro Italia di Acerra
Info 0818857258, 3333155417
Giovedì 5 marzo, ore 20.45

 

Teatro Umberto di Nola
info 0818231622
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

Teatro delle Arti di Salerno
info 089221807
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Teatro Bracco
presenta

 

L'avvocato delle cause perse
di Giacomo Rizzo, Corrado Taranto

 

con Giacomo Rizzo, Caterina De Santis, Corrado Taranto

regia Giacomo Rizzo

 

Questa nuova commedia è ambientata negli anni 80' l'argomento è attualissimo. In quegli anni i giovani universitari si indirizzavano tutti o quasi verso la facoltà di giurisprudenza, per diventare dei futuri avvocati, anche allora, molti laureandi dopo aver fatto il praticantato, cominciavano la professione. 
Erano tanti (come oggi tantissimi) alcuni, costretti, cambiavano attività e altri senza neanche laurearsi si spacciavano per tali. Essendo gli avvocati tanti, a volte i clienti erano difficili da recuperare, per questo alcuni si davano anche alla politica, del resto anche oggi. Il nostro protagonista Vincenzo non ha la laurea e usufruisce della laurea di un suo cognato (detto zio Giacomino), marito di sua sorella Giulietta. 
Questo zio Giacomino sparisce e non si sa se morto oppure scomparso. Intanto Vincenzo avvocato, ma non laureato, si affanna a trovare la clientela. Questa commedia è stata scritta un po' di tempo fa da me e da Corrado Taranto. 
È da considerarsi una classica commedia dell'arte perché si serve dei canoni che hanno fatto il successo di questo genere, difatti, i personaggi sono tutti comici, i ritmi della recitazione sono quelli moderni (come piace al sottoscritto) e la realizzazione e le invenzioni di ogni singolo personaggio, e le continue improvvisazioni sono degne della più valida commedia dell'arte, con tanti personaggi reali e grotteschi. 
Il termine cause perse ha il significato di cause non andate a buon fine, quindi mai vinte. Come sempre in accordo con la produzione del Teatro Bracco, nella persona della signora Caterina De Santis, coautrice anche lei della commedia, cerchiamo di mantenere e non far morire il teatro di tradizione napoletano, la regia e l'adattamento sarà sempre e comunque rivolta a far si che tutti gli attori possano dare il meglio della loro bravura.
 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
Da venerdì 6 a domenica 8 marzo
 (feriali ore 20.45, domenica ore 18.00)
info 0823444051

 

Marche Teatro, Teatro di Roma, Elledieffe
presentano

 

Dolore sotto chiave/Sik Sik l’artefice magico
di Eduardo De Filippo

 

con 
Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta

 

regia Carlo Cecchi

 

Dolore sotto chiave
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
luci Camilla Piccioni

 

Sik Sik l’artefice magico
scene e costumi Titina Maselli
realizzazione scene e costumi Barbara Bessi
luci Camilla Piccioni, musica Sandro Gorli

 

Un dittico con la regia di Carlo Cecchi che riunisce due atti unici di Eduardo De Filippo: Dolore sotto chiave e Sik-Sik, l’artefice magico. 
Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell’autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello  – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto –  l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata. Lucia impedisce a Rocco di vedere la moglie, con la scusa che la sua sola presenza potrebbe causare emozioni che potrebbero esserle letali.  Rocco, esasperato dalla interminabile agonia di lei, in una crisi di rabbia entra a forza nella stanza della malata e la scopre vuota. Lucia gli rivela l’amara verità: la moglie è morta da tempo, mentre lui era in viaggio per lavoro. Comincia qui un alternarsi di responsabilità e accuse fra i due fratelli; si presentano, non voluti  da Rocco,  i vicini, per sostenerlo nel lutto; infine Rocco rivelerà alla sorella i suoi segreti.
In Dolore sotto chiave torna in scena il tema della morte, affrontato da Eduardo in tante sue opere, in chiave comica, seria o semiseria: da Requie a l’anema soja, al primo atto di Napoli milionaria! Fino al parodistico funerale dell’ultimo lavoro, Gli esami non finiscono mai. In Dolore sotto chiave questo tema non è poi così centrale come potrebbe sembrare, la morte non è la protagonista della vicenda. A tenere la scena non sono le conseguenze della morte di Elena, ma una vita che non è più vita proprio perché qualcuno ha deciso di sottrarre quell’evento alle sue leggi naturali. La morte fa il suo corso – sembra dire Eduardo – portando con sé un carico di lutti, ma all’uomo non resta che affrontarla, perché anch’essa fa parte della vita e cercare di negarla, di non riconoscerla, significa negare la vita stessa. E non c’è mostruosità peggiore, dice l’autore per bocca del suo personaggio, che bloccare il flusso naturale dell’esistenza, sostituire la vita vera con una artificiale e falsa, in cui anche i sentimenti, i dolori, le emozioni risultano paralizzati (I Meridiani, Einaudi)
Sik-Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento.  “Come in un film di Chaplin” – dice Carlo Cecchi – “è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L’uso che Eduardo fa del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l’italiano trova qui l’equilibrio di una forma perfetta, quella, appunto, di un capolavoro.”  Sik-Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik-Sik decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro. Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio delle due “spalle” del mago,  i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per il pubblico.
Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme. Eduardo reinterpretò Sik-Sik alla fine della sua carriera; recitò per l’ultima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli nell’aprile del 1979 e nel 1980, al Manzoni di Milano, affiancato dal figlio Luca e da Angelica Ippolito, si ritirò dalle scene dopo cinquant’anni di carriera. “Partecipai all’edizione del 1980” – ricordava Luca De Filippo in un’intervista – “Allora ero giovane, fu un momento bellissimo. Avevo già fatto parti importanti, ma nel ruolo di Rafele riuscii per la prima volta a far ridere mio padre”.

 

Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania
info 0974717089
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

 

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Teatro Totò srl
presenta

 

Verso il mito...Edith Piaf
di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola

con Francesca Marini, Massimo Masiello

musiche Lino Cannavacciuolo

adattamento e regia Gaetano Liguori

 

Parlare di Edith Piaf, senza entrare nell’iperrealismo, col rischio della narrazione didascalica che occhieggi alla fiction (già abbondantemente utilizzata sia in cinema che in teatro), a questo punta lo spettacolo dove la donna Edith si confronta con il suo mito, l’immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana. 
Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua vita si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo: in un solo uomo lei rivede tutti quelli che l’hanno incontrata, aiutata, sfruttata, amata, odiata, George Moustaki, Yves Montand, Charles Aznavour, Gilbert Becaup, Leo Ferré, Eddie Constantine e Theo Sarapo. 
Tutti, in qualche modo, uguali, tranne lui, Marcel Cardan, l’unico a non aver sfruttato il suo nome per diventare famoso, lui che veniva da un mondo diverso, quello dello sport, e che era già famosissimo, ma che un tragico destino le tolse, e dal quale non si sarebbe mai separata, fino ed oltre la morte. 
Il testo, pensato e scritto per due interpreti di grande spessore, quali Francesca Marini e Massimo Masiello, rispettivamente nei ruoli della Piaf e di tutti gli uomini (o uno solo?) che con lei hanno cantato e vissuto, che grazie a lei hanno avuto la possibilità di provare cosa significhi attraversare l’amore, l’arte, la gioia e il dolore.
Teatro Carlo Gesualdo di Avellino
info 0825771620, 3892932553
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.00

 

Artisti Associati
presenta

Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta
in

Scusa sono in riunione…Ti posso richiamare?
una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta

con Fabio Avaro, Nick Nicolosi, Siddhartha Prestinari

scene Matteo Soltanto
costumi Valter Azzini
luci Pietro Sperduti
musiche Stefano Switala

 

Già il titolo racconta molto di questa commedia, una frase che si trasforma in tormentone, per una generazione, quella dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa. 
Ex ragazze ed ex ragazzi che senza accorgersene sono diventati donne e uomini con l’animo diviso tra le ambizioni ed i propri bisogni di affetto, ma anche in fon do persone portatrici sane di un fallimento sentimentale vissuto sui ritmi frenetici di un’esistenza ormai dipendente dalla tecnologia che non lascia spazio ad un normale e sano vivere i rapporti interpersonali!
Ma cosa succederebbe se queste stesse persone per uno strano scherzo di uno di loro si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo?
La risposta rimane di proprietà di un pubblico che dopo avere riso di se stesso si interrogherà a lungo sul senso di molti aspetti della sua vita!
Dopo il grande successo teatrale di Mi piaci perché sei così e quello cinematografico di Ti sposo ma non troppo ritroviamo la coppia Incontrada Pignotta in una commedia geniale, travolgente assolutamente da non perdere!

 

 


Teatro Nuovo di Salerno
info 089220886
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Ugo Piastrella,  Margherita Rago, Ciro Girardi, Antonello Cianciulli, Gigi Esposito, Antonietta Pappalardo, Tiziana Intennimeo, e gli attori della Compagnia Stabile del Teatro Nuovo
in

 

Uomo e galantuomo
commedia comica di Eduardo De Filippo
regia Ugo Piastrella

 

E’ indubbiamente la commedia più comica che Eduardo abbia scritto. Nata come farsa scritta per il fratellastro Vincenzo Scarpetta col titolo “Ho fatto il guaio, riparerò”, Eduardo la riscrive anni dopo per la sua compagnia con l’attuale titolo “Uomo e galantuomo”, arricchendola negli anni di gags e spunti comici.
La storia è quella di una compagnia di guitti che cerca di sbarcare il lunario recitando dovunque è possibile, adattandosi a qualsiasi circostanza pur di non fare la fame. 
Il capocomico Gennaro, con la sua compagna incinta e gli altri attori di questa scalcagnata compagnia teatrale: "L'eclettica", devono provare un dramma che vogliono mettere in scena la sera stessa per riscattare la poco apprezzata esibizione della sera precedente. 
Le prove si fanno nella hall dell’albergo in cui sono ospiti a spese del ricco e giovane don Alberto De Stefano, nella località balneare di Bagnoli presso l'albergo gestito da un suo amico ed in cui don Alberto si incontra spesso con la sua fidanzata Bice, che gli rivela di aspettare un bambino ma si rifiuta di far conoscere il suo cognome e dove abita. 
Un colossale equivoco col fratello violento della compagna di Gennaro costringerà lo stesso Gennaro alla fuga inciampando nella pentola  per cucinare alla buona il pranzo della compagnia .e riportando forti ustioni per l’acqua bollente. Fortunatamente incontrerà un dottore, il conte Tolentano che, mosso a compassione dell'ustionato, lo porterà nella sua casa per curarlo.
Nel frattempo don Alberto, venuto a sapere l'indirizzo di Bice, si reca alla  casa per chiedere la sua mano: ma qui scopre che Bice è sposata ed è la moglie di Tolentano. Alberto, vistosi scoperto dal conte, si finge pazzo per ingannarlo e la finzione, anche per il contributo di Gennaro che per testimoniare la sanità del giovane, imbroglia invece di più la situazione, riesce a tal punto che viene fatto incarcerare.
La commedia offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente comici: dalla prova della compagnia che diventa  una farsa, per i continui errori e fraintendimenti del capocomico e degli attori, al secondo atto in cui Gennaro ed Alberto cercano di nascondere al Conte la verità sul tradimento della moglie con una serie di tormentoni, fino al terzo atto ambientato al Commissariato di Polizia dove tutti tentano di far valere le proprie ragioni, facendo impazzire il commissario che cerca di scoprire la verità sulla pazzia di Alberto.
Teatro Minerva di Boscoreale
Info 3392401209 - 3381890767 
Sabato 7 marzo, ore 20.45

 

Salvatore Gisonna, Fabio Balsamo e Ciro Esposito
in 

Siamo tutti…Felice
due atti comici di Salvatore Gisonna

con la  prestigiosa presenza in video a titolo amichevole di 
Gigi D’Alessio, Biagio Izzo, Peppe Iodice e Miriam Candurro

regia Salvatore Gisonna

 

La Commedia  è assolutamente brillante.
Dalla penna di Salvatore Gisonna, dai consigli dell’amico Giuseppe De Rosa e dalla collaborazione ai testi di Massimo Peluso e Ciro Esposito, nasce la commedia in due atti Siamo tutti… Felice.
E’ la storia di tre fratelli, Felice, Gigi ed Enzo Aria, che, dopo la morte del padre, vivono sotto lo stesso tetto.
Si sa la convivenza è sempre complicata, soprattutto tra fratelli, ma quando questi fratelli sono Salvatore Gisonna, Fabio Balsamo e Ciro Esposito, allora oltre ad essere complicata può essere anche molto divertente.
Felice è il motore economico della famiglia grazie all’eredità da gestire  lasciatagli dal padre, e di conseguenza carnefice degli altri due. Gigi, invece, è un agente immobiliare dalle scarse propensioni alla vendita, mentre Enzo è un cantante neomelodico dalle belle speranze ed in attesa di pubblicare il suo primo cd. 
Il destino però riserverà loro una bella sorpresa che sconvolgerà la loro monotona vita familiare e per sapere il resto venite a teatro e non ve ne pentirete.

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SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 2 all'8 marzo 2020 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano

di Napoli Magazine

28/02/2024 - 13:28

Agenda settimanale dal 2 all'8 marzo 2020 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano:

 

Cinema Teatro Italia di Eboli
Info 0828365333
Martedì 3 marzo, ore 20.45

 

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0817113455
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano
info 0823885096 - 3333782429
Sabato 7 marzo, ore 20.45

 

I Ditelo Voi
in

Il Segreto della Violaciocca
uno spettacolo de I Ditelo Voi e Francesco Prisco
 

Che fine hanno fatto i fratelli Cirillo (Mimmo Manfredi e Francesco De Fraia) spariti in circostanze misteriose trentadue anni fa e mai più ritrovati? 
Ne sa qualcosa Raffaele Annunziata (Lello Ferrante) chimico in pensione con una smodata passione per la floricoltura, radiato dall'albo medico per aver condotto esperimenti non autorizzati sulle presunte proprietà allucinogene della Violaciocca, il cosiddetto "Fiore della nonna", e che li tiene in ostaggio nel cantinato proprio sotto la sterminata piantagione di fiori che coltiva con amore. 
Niente televisione, radio, giornali o internet (di cui i due ignorano l'esistenza), praticamente congelati al momento in cui sono stati rapiti per una vendetta ai danni di un collega, Mimmo e Francesco, ormai quarantenni, hanno conosciuto la vita soltanto attraverso gli occhi e i racconti del loro aguzzino, che si è divertito a creare una realtà che non esiste, inventando un mondo orrendo, pericoloso ed efferato, così da scoraggiarli a qualunque tentativo di evasione. 
Col passare del tempo, però, la gestione dei due ingenui reclusi comincia a complicarsi. Gli impulsi sessuali di Mimmo cominciano ad essere incontenibili, così come la voglia di Francesco che, nonostante la paura, sogna di uscire e scoprire cosa c’è oltre quello scantinato.

 

 

 

Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli
Info 0974282362, 3383096807
Mercoledì 4 marzo, ore 20.45

 

AG Spettacoli e Tradizione e Turismo 
presentano

 

Biagio Izzo in

 

Tartassati dalle tasse
una commedia scritta e diretta da Eduardo Tartaglia

 

con

Mario Porfito, Magdalena Grochowska, 
Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale

 

scene Luigi Ferrigno, costumi Marianna Carbone
musiche Antonio Caruso, disegno luci Francesco Adinolfi
produzione esecutiva Giacomo Monda  

 

Giulio Andreotti soleva dire che l’Umiltà, che di per sé costituisce una grande virtù, si trasforma in una vera iattura quando gli Italiani la praticano in occasione della loro dichiarazione dei debiti. “Io le tasse le pagherei. Ed anche volentieri! Se solo però poi le cose funzionassero veramente!...” 
Quante volte abbiamo ascoltato simili confidenze? E quante volte anche la nostra coscienza di pur buoni ed onesti cittadini ha segretamente partorito concetti del genere?... Il problema, però, è che se poi davvero ragionassimo tutti quanti sempre così, come e perché mai le cose potrebbero veramente funzionare?
Sarà costretto improvvisamente a domandarselo anche Innocenzo Tarallo, 54 anni ben portati, napoletano, imprenditore nel settore della ristorazione: il classico “self made man”, che da nipote e figlio di baccalaiuolo si ritrova ora proprietario orgoglioso di un ristorante internazionale di sushi all’ultima moda. 
E che dopo tanti sacrifici avrebbe voluto ora godersi anche un po’ la vita; magari anche grazie a qualche piccola “furbizia” di contribuente… E che si ritroverà invece in balia di mille peripezie e problemi. E soprattutto costretto a risolvere il quesito che angustia la stragrande maggioranza di noi: come è possibile che due parole che da sole evocano così tanta bellezza: “Equità” e “Italia”, quando si uniscono si contraggono dolorosamente come chi è in preda alla più dolorosa delle coliche addominali?

 


Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 5 a domenica 8 marzo
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)

Nuovo Teatro
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presentano

Mine Vaganti
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek

con
Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, 
Arturo Muselli, Giorgio Marchesi, 
 e Caterina Vertova

 

e con (in o.a.)
Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, 
Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori

 

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici, vincitore di 2 David Di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York, Ciak D’Oro come Miglior Film.
Il giovane Tommaso torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti chi veramente è: un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori sede come tutti credono. 
Ma la sua rivelazione viene bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la verità, contro un mondo familiare pieno di contraddizioni e segreti.

 

 

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Giovedì 5 marzo, ore 20.45

 

Teatro Massimo di Benevento
info 082442711
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

La Pirandelliana
presenta

 

Regalo di Natale
di Pupi Avati
adattamento teatrale Sergio Pierattini

 

con 
Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Biase

 

scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai 
luci Pasquale Mari
foto di scena Michele De Punzio

 

regia Marcello Cotugno

 

Ci troviamo in una villa, la notte di Natale. Quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, che non si vedono da dieci anni, si ritrovano per giocare una partita di poker e incontrano quello che è designato ad essere il pollo da spennare, il misterioso avvocato Santelia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. 
In realtà è il presunto pollo a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell'altro, hanno perso. Franco è proprietario di un importante cinema di Milano ed è il più ricco dei quattro, l'unico ad avere le risorse economiche per poter battere l'avvocato, noto nel giro per le sue ingenti perdite. 
Tra Franco e Ugo però, i rapporti sono tesi, al punto tale che Franco, indispettito dalla sua presenza, quasi decide di tornarsene a casa. La sola prospettiva di vincere la somma necessaria alla ristrutturazione del cinema lo fa desistere dall'idea. 
La partita si rivela ben presto tutt'altro che amichevole. Sul piatto, oltre a un bel po' di soldi, c'è il bilancio della vita di ognuno i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. Tratto da uno dei più bei film di Avati, lucido, amaro, avvincente.
Originariamente ambientato negli anni ‘80, il testo è stato trasposto ai giorni nostri, in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa segnando profondamente la società italiana. 
In risposta a recessione e precariato, il gioco d’azzardo vive una stagione di fulminante ascesa, e - dalle slot che affollano i bar e al boom del poker texano - si moltiplicano i luoghi e le modalità in cui viene praticato.  
I soldi facili sono la chimera inseguita anche dai nostri protagonisti, in un crescendo di tensione che ci rivela mano dopo mano come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di fiches.  

 

Teatro Italia di Acerra
Info 0818857258, 3333155417
Giovedì 5 marzo, ore 20.45

 

Teatro Umberto di Nola
info 0818231622
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

Teatro delle Arti di Salerno
info 089221807
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Teatro Bracco
presenta

 

L'avvocato delle cause perse
di Giacomo Rizzo, Corrado Taranto

 

con Giacomo Rizzo, Caterina De Santis, Corrado Taranto

regia Giacomo Rizzo

 

Questa nuova commedia è ambientata negli anni 80' l'argomento è attualissimo. In quegli anni i giovani universitari si indirizzavano tutti o quasi verso la facoltà di giurisprudenza, per diventare dei futuri avvocati, anche allora, molti laureandi dopo aver fatto il praticantato, cominciavano la professione. 
Erano tanti (come oggi tantissimi) alcuni, costretti, cambiavano attività e altri senza neanche laurearsi si spacciavano per tali. Essendo gli avvocati tanti, a volte i clienti erano difficili da recuperare, per questo alcuni si davano anche alla politica, del resto anche oggi. Il nostro protagonista Vincenzo non ha la laurea e usufruisce della laurea di un suo cognato (detto zio Giacomino), marito di sua sorella Giulietta. 
Questo zio Giacomino sparisce e non si sa se morto oppure scomparso. Intanto Vincenzo avvocato, ma non laureato, si affanna a trovare la clientela. Questa commedia è stata scritta un po' di tempo fa da me e da Corrado Taranto. 
È da considerarsi una classica commedia dell'arte perché si serve dei canoni che hanno fatto il successo di questo genere, difatti, i personaggi sono tutti comici, i ritmi della recitazione sono quelli moderni (come piace al sottoscritto) e la realizzazione e le invenzioni di ogni singolo personaggio, e le continue improvvisazioni sono degne della più valida commedia dell'arte, con tanti personaggi reali e grotteschi. 
Il termine cause perse ha il significato di cause non andate a buon fine, quindi mai vinte. Come sempre in accordo con la produzione del Teatro Bracco, nella persona della signora Caterina De Santis, coautrice anche lei della commedia, cerchiamo di mantenere e non far morire il teatro di tradizione napoletano, la regia e l'adattamento sarà sempre e comunque rivolta a far si che tutti gli attori possano dare il meglio della loro bravura.
 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
Da venerdì 6 a domenica 8 marzo
 (feriali ore 20.45, domenica ore 18.00)
info 0823444051

 

Marche Teatro, Teatro di Roma, Elledieffe
presentano

 

Dolore sotto chiave/Sik Sik l’artefice magico
di Eduardo De Filippo

 

con 
Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta

 

regia Carlo Cecchi

 

Dolore sotto chiave
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
luci Camilla Piccioni

 

Sik Sik l’artefice magico
scene e costumi Titina Maselli
realizzazione scene e costumi Barbara Bessi
luci Camilla Piccioni, musica Sandro Gorli

 

Un dittico con la regia di Carlo Cecchi che riunisce due atti unici di Eduardo De Filippo: Dolore sotto chiave e Sik-Sik, l’artefice magico. 
Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell’autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello  – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto –  l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata. Lucia impedisce a Rocco di vedere la moglie, con la scusa che la sua sola presenza potrebbe causare emozioni che potrebbero esserle letali.  Rocco, esasperato dalla interminabile agonia di lei, in una crisi di rabbia entra a forza nella stanza della malata e la scopre vuota. Lucia gli rivela l’amara verità: la moglie è morta da tempo, mentre lui era in viaggio per lavoro. Comincia qui un alternarsi di responsabilità e accuse fra i due fratelli; si presentano, non voluti  da Rocco,  i vicini, per sostenerlo nel lutto; infine Rocco rivelerà alla sorella i suoi segreti.
In Dolore sotto chiave torna in scena il tema della morte, affrontato da Eduardo in tante sue opere, in chiave comica, seria o semiseria: da Requie a l’anema soja, al primo atto di Napoli milionaria! Fino al parodistico funerale dell’ultimo lavoro, Gli esami non finiscono mai. In Dolore sotto chiave questo tema non è poi così centrale come potrebbe sembrare, la morte non è la protagonista della vicenda. A tenere la scena non sono le conseguenze della morte di Elena, ma una vita che non è più vita proprio perché qualcuno ha deciso di sottrarre quell’evento alle sue leggi naturali. La morte fa il suo corso – sembra dire Eduardo – portando con sé un carico di lutti, ma all’uomo non resta che affrontarla, perché anch’essa fa parte della vita e cercare di negarla, di non riconoscerla, significa negare la vita stessa. E non c’è mostruosità peggiore, dice l’autore per bocca del suo personaggio, che bloccare il flusso naturale dell’esistenza, sostituire la vita vera con una artificiale e falsa, in cui anche i sentimenti, i dolori, le emozioni risultano paralizzati (I Meridiani, Einaudi)
Sik-Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento.  “Come in un film di Chaplin” – dice Carlo Cecchi – “è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L’uso che Eduardo fa del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l’italiano trova qui l’equilibrio di una forma perfetta, quella, appunto, di un capolavoro.”  Sik-Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik-Sik decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro. Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio delle due “spalle” del mago,  i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per il pubblico.
Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme. Eduardo reinterpretò Sik-Sik alla fine della sua carriera; recitò per l’ultima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli nell’aprile del 1979 e nel 1980, al Manzoni di Milano, affiancato dal figlio Luca e da Angelica Ippolito, si ritirò dalle scene dopo cinquant’anni di carriera. “Partecipai all’edizione del 1980” – ricordava Luca De Filippo in un’intervista – “Allora ero giovane, fu un momento bellissimo. Avevo già fatto parti importanti, ma nel ruolo di Rafele riuscii per la prima volta a far ridere mio padre”.

 

Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania
info 0974717089
Venerdì 6 marzo, ore 20.45

 

 

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Teatro Totò srl
presenta

 

Verso il mito...Edith Piaf
di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola

con Francesca Marini, Massimo Masiello

musiche Lino Cannavacciuolo

adattamento e regia Gaetano Liguori

 

Parlare di Edith Piaf, senza entrare nell’iperrealismo, col rischio della narrazione didascalica che occhieggi alla fiction (già abbondantemente utilizzata sia in cinema che in teatro), a questo punta lo spettacolo dove la donna Edith si confronta con il suo mito, l’immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana. 
Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua vita si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo: in un solo uomo lei rivede tutti quelli che l’hanno incontrata, aiutata, sfruttata, amata, odiata, George Moustaki, Yves Montand, Charles Aznavour, Gilbert Becaup, Leo Ferré, Eddie Constantine e Theo Sarapo. 
Tutti, in qualche modo, uguali, tranne lui, Marcel Cardan, l’unico a non aver sfruttato il suo nome per diventare famoso, lui che veniva da un mondo diverso, quello dello sport, e che era già famosissimo, ma che un tragico destino le tolse, e dal quale non si sarebbe mai separata, fino ed oltre la morte. 
Il testo, pensato e scritto per due interpreti di grande spessore, quali Francesca Marini e Massimo Masiello, rispettivamente nei ruoli della Piaf e di tutti gli uomini (o uno solo?) che con lei hanno cantato e vissuto, che grazie a lei hanno avuto la possibilità di provare cosa significhi attraversare l’amore, l’arte, la gioia e il dolore.
Teatro Carlo Gesualdo di Avellino
info 0825771620, 3892932553
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.00

 

Artisti Associati
presenta

Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta
in

Scusa sono in riunione…Ti posso richiamare?
una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta

con Fabio Avaro, Nick Nicolosi, Siddhartha Prestinari

scene Matteo Soltanto
costumi Valter Azzini
luci Pietro Sperduti
musiche Stefano Switala

 

Già il titolo racconta molto di questa commedia, una frase che si trasforma in tormentone, per una generazione, quella dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa. 
Ex ragazze ed ex ragazzi che senza accorgersene sono diventati donne e uomini con l’animo diviso tra le ambizioni ed i propri bisogni di affetto, ma anche in fon do persone portatrici sane di un fallimento sentimentale vissuto sui ritmi frenetici di un’esistenza ormai dipendente dalla tecnologia che non lascia spazio ad un normale e sano vivere i rapporti interpersonali!
Ma cosa succederebbe se queste stesse persone per uno strano scherzo di uno di loro si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo?
La risposta rimane di proprietà di un pubblico che dopo avere riso di se stesso si interrogherà a lungo sul senso di molti aspetti della sua vita!
Dopo il grande successo teatrale di Mi piaci perché sei così e quello cinematografico di Ti sposo ma non troppo ritroviamo la coppia Incontrada Pignotta in una commedia geniale, travolgente assolutamente da non perdere!

 

 


Teatro Nuovo di Salerno
info 089220886
Sabato 7, ore 21.00, e domenica 8 marzo, ore 18.30

 

Ugo Piastrella,  Margherita Rago, Ciro Girardi, Antonello Cianciulli, Gigi Esposito, Antonietta Pappalardo, Tiziana Intennimeo, e gli attori della Compagnia Stabile del Teatro Nuovo
in

 

Uomo e galantuomo
commedia comica di Eduardo De Filippo
regia Ugo Piastrella

 

E’ indubbiamente la commedia più comica che Eduardo abbia scritto. Nata come farsa scritta per il fratellastro Vincenzo Scarpetta col titolo “Ho fatto il guaio, riparerò”, Eduardo la riscrive anni dopo per la sua compagnia con l’attuale titolo “Uomo e galantuomo”, arricchendola negli anni di gags e spunti comici.
La storia è quella di una compagnia di guitti che cerca di sbarcare il lunario recitando dovunque è possibile, adattandosi a qualsiasi circostanza pur di non fare la fame. 
Il capocomico Gennaro, con la sua compagna incinta e gli altri attori di questa scalcagnata compagnia teatrale: "L'eclettica", devono provare un dramma che vogliono mettere in scena la sera stessa per riscattare la poco apprezzata esibizione della sera precedente. 
Le prove si fanno nella hall dell’albergo in cui sono ospiti a spese del ricco e giovane don Alberto De Stefano, nella località balneare di Bagnoli presso l'albergo gestito da un suo amico ed in cui don Alberto si incontra spesso con la sua fidanzata Bice, che gli rivela di aspettare un bambino ma si rifiuta di far conoscere il suo cognome e dove abita. 
Un colossale equivoco col fratello violento della compagna di Gennaro costringerà lo stesso Gennaro alla fuga inciampando nella pentola  per cucinare alla buona il pranzo della compagnia .e riportando forti ustioni per l’acqua bollente. Fortunatamente incontrerà un dottore, il conte Tolentano che, mosso a compassione dell'ustionato, lo porterà nella sua casa per curarlo.
Nel frattempo don Alberto, venuto a sapere l'indirizzo di Bice, si reca alla  casa per chiedere la sua mano: ma qui scopre che Bice è sposata ed è la moglie di Tolentano. Alberto, vistosi scoperto dal conte, si finge pazzo per ingannarlo e la finzione, anche per il contributo di Gennaro che per testimoniare la sanità del giovane, imbroglia invece di più la situazione, riesce a tal punto che viene fatto incarcerare.
La commedia offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente comici: dalla prova della compagnia che diventa  una farsa, per i continui errori e fraintendimenti del capocomico e degli attori, al secondo atto in cui Gennaro ed Alberto cercano di nascondere al Conte la verità sul tradimento della moglie con una serie di tormentoni, fino al terzo atto ambientato al Commissariato di Polizia dove tutti tentano di far valere le proprie ragioni, facendo impazzire il commissario che cerca di scoprire la verità sulla pazzia di Alberto.
Teatro Minerva di Boscoreale
Info 3392401209 - 3381890767 
Sabato 7 marzo, ore 20.45

 

Salvatore Gisonna, Fabio Balsamo e Ciro Esposito
in 

Siamo tutti…Felice
due atti comici di Salvatore Gisonna

con la  prestigiosa presenza in video a titolo amichevole di 
Gigi D’Alessio, Biagio Izzo, Peppe Iodice e Miriam Candurro

regia Salvatore Gisonna

 

La Commedia  è assolutamente brillante.
Dalla penna di Salvatore Gisonna, dai consigli dell’amico Giuseppe De Rosa e dalla collaborazione ai testi di Massimo Peluso e Ciro Esposito, nasce la commedia in due atti Siamo tutti… Felice.
E’ la storia di tre fratelli, Felice, Gigi ed Enzo Aria, che, dopo la morte del padre, vivono sotto lo stesso tetto.
Si sa la convivenza è sempre complicata, soprattutto tra fratelli, ma quando questi fratelli sono Salvatore Gisonna, Fabio Balsamo e Ciro Esposito, allora oltre ad essere complicata può essere anche molto divertente.
Felice è il motore economico della famiglia grazie all’eredità da gestire  lasciatagli dal padre, e di conseguenza carnefice degli altri due. Gigi, invece, è un agente immobiliare dalle scarse propensioni alla vendita, mentre Enzo è un cantante neomelodico dalle belle speranze ed in attesa di pubblicare il suo primo cd. 
Il destino però riserverà loro una bella sorpresa che sconvolgerà la loro monotona vita familiare e per sapere il resto venite a teatro e non ve ne pentirete.