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SPORTWEEK - Bennacer: “Se incrocio CR7 o Messi non vado in processione a rendergli omaggio, sul Milan…”
31.05.2020 18:00 di Redazione

Ismael Bennacer si racconta a 360°. Il centrocampista del Milan ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportweek, questi i passaggi più significativi: “A scuola ero molto, molto intelligente. Mio padre aveva vent’anni quando arrivò in Francia dal Marocco. Fa il muratore da quando aveva 12 anni, non sa leggere e scrivere, perciò ha sempre considerato la scuola la cosa più importante per noi figli. Ci diceva: ‘Io lavoro per voi. Perché non voglio che facciate la mia stessa vita. Per questo dovete studiare’. Perché all’Arsenal non ha funzionato? Arrivo in Inghilterra a luglio. I primi due mesi resto in albergo perché non volevo andare a vivere in una famiglia che non conoscevo. Avevo 17 anni, non ero maggiorenne e non potevo vivere da solo, così mia sorella viene a stare con me. Poi mi raggiunge Chaines, con cui ero fidanzato dai tempi della scuola e che in Inghilterra sarebbe diventata mia moglie. A settembre, finalmente, vedo il campo. In Coppa di Lega, contro lo Sheffield: si fa male Chamberlain, Walcott entra al suo posto e dopo due minuti si fa male pure lui, così Wenger mi butta dentro. Il problema è che mi mette largo a sinistra nei tre davanti: è un ruolo che non ho mai fatto. Sento addosso una pressione pazzesca. Perdo pochi palloni, ma ne prendo pure di meno. Dopo di allora non ho più giocato, però non ho rimpianti: mi sono allenato con giocatori importanti come Özil e Cazorla. Il Milan? L’ho scelto per la sua storia, ma più ancora perché il suo progetto era il migliore per me. Non ho colleghi da idolatrare. Li ammiro, ma se incrocio Cristiano Ronaldo o Messi non vado in processione a rendergli omaggio. Non per presunzione, ma perché, al contrario, la mia religione mi chiede di essere umile e discreto. E insegna che anche Ronaldo e Messi sono uomini come gli altri. Quando con l’Empoli giocai per la prima volta contro lo juventino, a fine partita molti miei compagni andarono a chiedergli un selfie. Io no”, le parole di Bennacer.

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SPORTWEEK - Bennacer: “Se incrocio CR7 o Messi non vado in processione a rendergli omaggio, sul Milan…”

di Napoli Magazine

31/05/2024 - 18:00

Ismael Bennacer si racconta a 360°. Il centrocampista del Milan ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportweek, questi i passaggi più significativi: “A scuola ero molto, molto intelligente. Mio padre aveva vent’anni quando arrivò in Francia dal Marocco. Fa il muratore da quando aveva 12 anni, non sa leggere e scrivere, perciò ha sempre considerato la scuola la cosa più importante per noi figli. Ci diceva: ‘Io lavoro per voi. Perché non voglio che facciate la mia stessa vita. Per questo dovete studiare’. Perché all’Arsenal non ha funzionato? Arrivo in Inghilterra a luglio. I primi due mesi resto in albergo perché non volevo andare a vivere in una famiglia che non conoscevo. Avevo 17 anni, non ero maggiorenne e non potevo vivere da solo, così mia sorella viene a stare con me. Poi mi raggiunge Chaines, con cui ero fidanzato dai tempi della scuola e che in Inghilterra sarebbe diventata mia moglie. A settembre, finalmente, vedo il campo. In Coppa di Lega, contro lo Sheffield: si fa male Chamberlain, Walcott entra al suo posto e dopo due minuti si fa male pure lui, così Wenger mi butta dentro. Il problema è che mi mette largo a sinistra nei tre davanti: è un ruolo che non ho mai fatto. Sento addosso una pressione pazzesca. Perdo pochi palloni, ma ne prendo pure di meno. Dopo di allora non ho più giocato, però non ho rimpianti: mi sono allenato con giocatori importanti come Özil e Cazorla. Il Milan? L’ho scelto per la sua storia, ma più ancora perché il suo progetto era il migliore per me. Non ho colleghi da idolatrare. Li ammiro, ma se incrocio Cristiano Ronaldo o Messi non vado in processione a rendergli omaggio. Non per presunzione, ma perché, al contrario, la mia religione mi chiede di essere umile e discreto. E insegna che anche Ronaldo e Messi sono uomini come gli altri. Quando con l’Empoli giocai per la prima volta contro lo juventino, a fine partita molti miei compagni andarono a chiedergli un selfie. Io no”, le parole di Bennacer.