Il Punto
FIGC - Il Dott. Braconaro: "Si può riprendere per il 13 giugno, si va nella direzione giusta, confido che si possa mettere ancora mano ai protocolli"
14.05.2020 13:33 di Redazione

NAPOLI - Il Dott. Francesco Braconaro, membro della commissione medico scientifica federale e rappresentante medici sportivi della Lega Pro, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Stiamo vedendo la luce, fortunatamente i dati epidemiologici quotidiani mi pare siano positivi e gli italiani si stanno comportando bene. Il protocollo, come abbiamo sempre detto, non può garantire il 100% della sicurezza da contagio. I protocolli son stati concertati anche con la CTS governativa, per cui credo abbiamo raggiunto la sintesi per dare maggiori certezze ai calciatori. 13 giugno? Direi che si può riprendere per quella data. La volontà di tutti è ripartire e c’è una bella spinta. Questo è un fatto positivo anche dal punto di vista mentale ed emotivo. Si va nella direzione giusta. Abbiamo tutto il tempo per attrezzarci, per organizzarci. C’è il tempo per riprendere. Cosa può succedere e in che momento nessuno lo sa, però almeno abbiamo i protocolli e sapremo come intervenire. Adesso sappiamo anche come comportarci in caso di nuovi positivi tra i giocatori. Il CTS ha dato delle linee guida che devono essere rispettate però so bene che le cose non sono scritte sulla roccia quindi se in corso d’opera sarà necessaria una modifica, la si prenderà in considerazione. Nelle altre Nazioni è stata fatta una scelta politico-sanitaria. Il modello tedesco è quello che noi avevamo proposto prima. Tuttavia di questo virus effettivamente non sappiamo tanto, purtroppo, quindi questo evidentemente ha fatto si che la CTS, che ha l’ultima parola sul protocollo, avesse un atteggiamento più conservativo. Io confido che si possa mettere ancora mano ai protocolli. Questa è una mia opinione. Protocollo applicabile solo alla Serie A? Noi non dobbiamo dimenticare come è strutturato il sistema sanitario nelle diverse leghe. C’è una differenza strutturale, economica. In Serie C ci sono 60 squadre. I medici in LegaPro sono dei validissimi professionisti ma spessi hanno difficoltà per carenze strutturali, organizzative, e spesso non sono contrattualizzati e lavorano per passione. Tenere sotto controllo 60 persone non è semplice. Il responsabile sanitario di una squadra di calcio deve essere messo al centro del progetto di una squadra di calcio. Infortuni? Dopo due mesi di inattività ci sta che i giocatori siano più esposti ad infortuni. Un conto è fare un allenamento individuale in un appartamento e un conto è farlo in campo. Questi atleti hanno bisogno di 3 ore di allenamento al giorno. Sono dei guerrieri che devono essere guidati. Gli allenamenti sono così specifici che vengono differenziati anche in base al ruolo. Dopo 60 giorni di sosta noi medici ci aspettiamo purtroppo un incremento degli infortuni muscolari, che è un po’ quello che avviene nei ritiri estivi. Qui influisce anche lo stress psicofisico ai quali questi atleti sono stati sottoposti in questo periodo. Purtroppo abbiamo vissuto qualcosa che a Natale non ci saremmo mai aspettati di vivere mentre brindavamo con la famiglia. È stata una catastrofe e non si può banalizzare una cosa di questo genere. Ci siamo catapultati in una situazione che non ci immaginavamo. Sicuramente si pensa al fatto che forse si poteva agire meglio ma questo viene dopo. Oggi abbiamo una situazione diversa però: gli ospedali non sono sotto stress, le terapie intensive e sub intensive sono quasi vuote, abbiamo affinato i protocolli e li stiamo standardizzando. Adesso sappiamo come intervenire. La terapia con il plasma sta ottenendo buoni risultati. Oggi un’infezione da coronavirus risulta molto meno pericolosa rispetto a due mesi fa. Abbiamo una capacità di reazione, come sistema sanitario nazionale, molto più adeguata. Questi però non vuole dire ‘liberi tutti’, che sia chiaro. Gli italiani si sono rivelati un grande popolo e si sono comportati in maniera egregia. Atalanta-Valencia? È stata una follia giocarla a porte aperte, ma per me non solo quella anche la partita Liverpool-Atletico Madrid. Molti epidemiologici hanno detto che quella è stata un bel fiammifero”.

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FIGC - Il Dott. Braconaro: "Si può riprendere per il 13 giugno, si va nella direzione giusta, confido che si possa mettere ancora mano ai protocolli"

di Napoli Magazine

14/05/2024 - 13:33

NAPOLI - Il Dott. Francesco Braconaro, membro della commissione medico scientifica federale e rappresentante medici sportivi della Lega Pro, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione sportiva Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": “Stiamo vedendo la luce, fortunatamente i dati epidemiologici quotidiani mi pare siano positivi e gli italiani si stanno comportando bene. Il protocollo, come abbiamo sempre detto, non può garantire il 100% della sicurezza da contagio. I protocolli son stati concertati anche con la CTS governativa, per cui credo abbiamo raggiunto la sintesi per dare maggiori certezze ai calciatori. 13 giugno? Direi che si può riprendere per quella data. La volontà di tutti è ripartire e c’è una bella spinta. Questo è un fatto positivo anche dal punto di vista mentale ed emotivo. Si va nella direzione giusta. Abbiamo tutto il tempo per attrezzarci, per organizzarci. C’è il tempo per riprendere. Cosa può succedere e in che momento nessuno lo sa, però almeno abbiamo i protocolli e sapremo come intervenire. Adesso sappiamo anche come comportarci in caso di nuovi positivi tra i giocatori. Il CTS ha dato delle linee guida che devono essere rispettate però so bene che le cose non sono scritte sulla roccia quindi se in corso d’opera sarà necessaria una modifica, la si prenderà in considerazione. Nelle altre Nazioni è stata fatta una scelta politico-sanitaria. Il modello tedesco è quello che noi avevamo proposto prima. Tuttavia di questo virus effettivamente non sappiamo tanto, purtroppo, quindi questo evidentemente ha fatto si che la CTS, che ha l’ultima parola sul protocollo, avesse un atteggiamento più conservativo. Io confido che si possa mettere ancora mano ai protocolli. Questa è una mia opinione. Protocollo applicabile solo alla Serie A? Noi non dobbiamo dimenticare come è strutturato il sistema sanitario nelle diverse leghe. C’è una differenza strutturale, economica. In Serie C ci sono 60 squadre. I medici in LegaPro sono dei validissimi professionisti ma spessi hanno difficoltà per carenze strutturali, organizzative, e spesso non sono contrattualizzati e lavorano per passione. Tenere sotto controllo 60 persone non è semplice. Il responsabile sanitario di una squadra di calcio deve essere messo al centro del progetto di una squadra di calcio. Infortuni? Dopo due mesi di inattività ci sta che i giocatori siano più esposti ad infortuni. Un conto è fare un allenamento individuale in un appartamento e un conto è farlo in campo. Questi atleti hanno bisogno di 3 ore di allenamento al giorno. Sono dei guerrieri che devono essere guidati. Gli allenamenti sono così specifici che vengono differenziati anche in base al ruolo. Dopo 60 giorni di sosta noi medici ci aspettiamo purtroppo un incremento degli infortuni muscolari, che è un po’ quello che avviene nei ritiri estivi. Qui influisce anche lo stress psicofisico ai quali questi atleti sono stati sottoposti in questo periodo. Purtroppo abbiamo vissuto qualcosa che a Natale non ci saremmo mai aspettati di vivere mentre brindavamo con la famiglia. È stata una catastrofe e non si può banalizzare una cosa di questo genere. Ci siamo catapultati in una situazione che non ci immaginavamo. Sicuramente si pensa al fatto che forse si poteva agire meglio ma questo viene dopo. Oggi abbiamo una situazione diversa però: gli ospedali non sono sotto stress, le terapie intensive e sub intensive sono quasi vuote, abbiamo affinato i protocolli e li stiamo standardizzando. Adesso sappiamo come intervenire. La terapia con il plasma sta ottenendo buoni risultati. Oggi un’infezione da coronavirus risulta molto meno pericolosa rispetto a due mesi fa. Abbiamo una capacità di reazione, come sistema sanitario nazionale, molto più adeguata. Questi però non vuole dire ‘liberi tutti’, che sia chiaro. Gli italiani si sono rivelati un grande popolo e si sono comportati in maniera egregia. Atalanta-Valencia? È stata una follia giocarla a porte aperte, ma per me non solo quella anche la partita Liverpool-Atletico Madrid. Molti epidemiologici hanno detto che quella è stata un bel fiammifero”.