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MR Z - Napoli, la sintesi delle illusioni
03.12.2019 18:28 di Redazione

NAPOLI - L'estate scorsa, alla fine della campagna acquisti, c'eravamo tutti illusi che il Napoli fosse competitivo e pronto a sferrare l'attacco alla Juventus per contenere ai bianconeri lo scudetto. Evidentemente non avevamo capito che la situazione stava in ben altri termini. Ciò che è accaduto soprattutto nelle ultime giornate ma, a guardar più lontano, dall'inizio della stagione, dimostra chiaramente che la squadra, contrariamente a quanto si era supposto, non è all'altezza della situazione. L'illusione era che con Di Lorenzo e Manolas in difesa, Lozano e Llorente in attacco ed Elmas a centrocampo si fossero colmati tutti i buchi tecnici, tattici e di organico che la squadra dello scorso anno aveva mostrato. Ora, invece, ci accorgiamo che il centrocampo è debole sia numericamente che qualitativamente. I giocatori - e la partita con il Bologna lo ha dimostrato in maniera inequivocabile - non sono armonicamente posizionati sul terreno di gioco e soprattutto, finiscono per essere quasi tutti fuori ruolo. Nell'ultima partita, a guardar bene, Ruiz, che è un esterno di sinistra, preferibilmente di un centrocampo a tre, ha giocato da esterno destro. Zielinski, che a sua volta è un esterno sinistro, preferibilmente di un centrocampo a quattro, ha giocato come centrale davanti alla difesa in un inedito ruolo di pseudo regista che non può, non sa e non vuole ricoprire. Quanto a Elmas, che in Turchia giocava addirittura da trequartista, lo si è dovuto inventare cursore sulla fascia sinistra. Insomma è bastata l'assenza di Allan per determinare uno sconvolgimento di tutto il reparto. Esiste poi un problema Gaetano. Questo giovane calciatore è stato provato ripetutamente da Ancelotti per tutta la fase della preparazione precampionato. A conclusione del mese di agosto l'allenatore ha ritenuto, evidentemente, che il ragazzo potesse assolvere al compito di centrocampista di scorta, modificandone di fatto le caratteristiche tecniche e tattiche che aveva sempre mostrato nella Primavera. Gaetano, infatti, è un trequartista. Ancelotti, però, si è convinto che potesse utilizzarlo in una zona del campo più arretrata. E allora ciò che non si riesce a capire è perché fino ad ora non lo abbia mai fatto giocare neppure per un minuto, né in campionato né in Champions. La domanda che a questo punto sorge spontanea è: perché non è stato deciso di cederlo in prestito, eventualmente ad una società di serie B, un po' come accadde tanti anni fa per Insigne? Perché non si è provveduto a un ulteriore acquisto nel reparto? E a chi va attribuita la scelta scellerata di cedere contemporaneamente Rog e Diawara? A seguito di queste scelte dissennate il Napoli ha finito per rimanere con i centrocampisti contati e senza la possibilità, tra l'altro, di utilizzarli ciascuno in base alle proprie caratteristiche tecniche. Nel corso degli ultimi due anni si è passati da Jorginho ad Hamsik, per finire con il rimanere poi senza un regista, la cui mancanza si avverte in una maniera davvero spaventosa. Nessuno tra i centrocampisti del Napoli è infatti attualmente in grado di prendere in mano le redini del gioco, di fare da punto di riferimento per gli altri, di farsi trovare continuamente dai compagni per per dettare loro i passaggi e impostare poi l'azione. Inoltre Ruiz é lento nelle giocate, Zielinski non può sfruttare la sua velocità e la potenza del tiro ai limiti dell'area di rigore ed Elmas finalizzare la sua velocità di gambe per preparare la conclusione. E alla fine i nodi sono venuti al pettine. Il centrocampo non è in grado né di fare da filtro davanti alla difesa né di suggerire, con i tempi e le modalità giuste, le giocate d'attacco per le punte. Tutto ciò, indipendentemente dall'aria pesante che si respira all'interno della squadra, indipendentemente dai litigi con la società sui quali ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte per tentare di attribuire i torti e le ragioni, è probabilmente il vero motivo per il quale il Napoli si trova nella condizione disastrosa nella quale versa attualmente. In considerazione di ciò è difficile immaginare che, con un colpo di bacchetta magica, la squadra possa uscire da un momento all'altro dalla crisi nella quale è precipitata. Sotto un certo punto di vista hanno dunque ragione i calciatori quando ritengono e sostengono che il ritiro non serva praticamente a nulla. Qui la questione è molto più complessa. Il problema è legato infatti alla rosa che non è armonica, che manca di elementi sostanziali nel reparto più importante per una squadra di calcio. Il futuro, così come stanno le cose, non possiamo che immaginarlo dipinto a tinte fosche, a meno che il presidente a gennaio non metta poderosamente mano alla tasca, cosa molto difficile anche perché le opportunità di mercato in inverno sono molto limitate. Speriamo ardentemente di essere smentiti.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

03/12/2024 - 18:28

NAPOLI - L'estate scorsa, alla fine della campagna acquisti, c'eravamo tutti illusi che il Napoli fosse competitivo e pronto a sferrare l'attacco alla Juventus per contenere ai bianconeri lo scudetto. Evidentemente non avevamo capito che la situazione stava in ben altri termini. Ciò che è accaduto soprattutto nelle ultime giornate ma, a guardar più lontano, dall'inizio della stagione, dimostra chiaramente che la squadra, contrariamente a quanto si era supposto, non è all'altezza della situazione. L'illusione era che con Di Lorenzo e Manolas in difesa, Lozano e Llorente in attacco ed Elmas a centrocampo si fossero colmati tutti i buchi tecnici, tattici e di organico che la squadra dello scorso anno aveva mostrato. Ora, invece, ci accorgiamo che il centrocampo è debole sia numericamente che qualitativamente. I giocatori - e la partita con il Bologna lo ha dimostrato in maniera inequivocabile - non sono armonicamente posizionati sul terreno di gioco e soprattutto, finiscono per essere quasi tutti fuori ruolo. Nell'ultima partita, a guardar bene, Ruiz, che è un esterno di sinistra, preferibilmente di un centrocampo a tre, ha giocato da esterno destro. Zielinski, che a sua volta è un esterno sinistro, preferibilmente di un centrocampo a quattro, ha giocato come centrale davanti alla difesa in un inedito ruolo di pseudo regista che non può, non sa e non vuole ricoprire. Quanto a Elmas, che in Turchia giocava addirittura da trequartista, lo si è dovuto inventare cursore sulla fascia sinistra. Insomma è bastata l'assenza di Allan per determinare uno sconvolgimento di tutto il reparto. Esiste poi un problema Gaetano. Questo giovane calciatore è stato provato ripetutamente da Ancelotti per tutta la fase della preparazione precampionato. A conclusione del mese di agosto l'allenatore ha ritenuto, evidentemente, che il ragazzo potesse assolvere al compito di centrocampista di scorta, modificandone di fatto le caratteristiche tecniche e tattiche che aveva sempre mostrato nella Primavera. Gaetano, infatti, è un trequartista. Ancelotti, però, si è convinto che potesse utilizzarlo in una zona del campo più arretrata. E allora ciò che non si riesce a capire è perché fino ad ora non lo abbia mai fatto giocare neppure per un minuto, né in campionato né in Champions. La domanda che a questo punto sorge spontanea è: perché non è stato deciso di cederlo in prestito, eventualmente ad una società di serie B, un po' come accadde tanti anni fa per Insigne? Perché non si è provveduto a un ulteriore acquisto nel reparto? E a chi va attribuita la scelta scellerata di cedere contemporaneamente Rog e Diawara? A seguito di queste scelte dissennate il Napoli ha finito per rimanere con i centrocampisti contati e senza la possibilità, tra l'altro, di utilizzarli ciascuno in base alle proprie caratteristiche tecniche. Nel corso degli ultimi due anni si è passati da Jorginho ad Hamsik, per finire con il rimanere poi senza un regista, la cui mancanza si avverte in una maniera davvero spaventosa. Nessuno tra i centrocampisti del Napoli è infatti attualmente in grado di prendere in mano le redini del gioco, di fare da punto di riferimento per gli altri, di farsi trovare continuamente dai compagni per per dettare loro i passaggi e impostare poi l'azione. Inoltre Ruiz é lento nelle giocate, Zielinski non può sfruttare la sua velocità e la potenza del tiro ai limiti dell'area di rigore ed Elmas finalizzare la sua velocità di gambe per preparare la conclusione. E alla fine i nodi sono venuti al pettine. Il centrocampo non è in grado né di fare da filtro davanti alla difesa né di suggerire, con i tempi e le modalità giuste, le giocate d'attacco per le punte. Tutto ciò, indipendentemente dall'aria pesante che si respira all'interno della squadra, indipendentemente dai litigi con la società sui quali ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte per tentare di attribuire i torti e le ragioni, è probabilmente il vero motivo per il quale il Napoli si trova nella condizione disastrosa nella quale versa attualmente. In considerazione di ciò è difficile immaginare che, con un colpo di bacchetta magica, la squadra possa uscire da un momento all'altro dalla crisi nella quale è precipitata. Sotto un certo punto di vista hanno dunque ragione i calciatori quando ritengono e sostengono che il ritiro non serva praticamente a nulla. Qui la questione è molto più complessa. Il problema è legato infatti alla rosa che non è armonica, che manca di elementi sostanziali nel reparto più importante per una squadra di calcio. Il futuro, così come stanno le cose, non possiamo che immaginarlo dipinto a tinte fosche, a meno che il presidente a gennaio non metta poderosamente mano alla tasca, cosa molto difficile anche perché le opportunità di mercato in inverno sono molto limitate. Speriamo ardentemente di essere smentiti.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

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