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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, ci vuole amalgama!"
23.02.2022 10:00 di Redazione

NAPOLI - Un vulcanico presidente del calcio che non c'è più, constatato che la sua squadra non andava bene, chiese all'allenatore che cosa mancasse e questi rispose: ci vuole amalgama. E allora il vulcanico presidente controbatté: bene compriamolo, allora! M'è venuto in mente questo siparietto gustosamente irreale, osservando il Ciuccio di questi tempi. Mettiamo che Aurelio Primo chieda al certaldese che cosa ci vuole nei momenti decisivi, questi potrebbe rispondere: gli zebedei! Essì che il Ciuccio è da tempo che non ha la mentalità vincente che, come l'amalgama, nessuno potrà mai acquistare. Non è che desideri salvarmi in corner, ma la realtà è questa, purtroppo. Una realtà scritta da accadimenti del recente passato e del presente. Ogni qual volta si è vicino a cogliere il frutto maturo dall'albero, non si trova alcuno che decida di emulare Eva. Questo ha detto il match in terra sarda. E non mi si venga a dire che mancavano Tizio, Caio e Sempronio perché il Ciuccio ha dimostrato di saperne fare a meno. Sarebbe inutile e non sta a me farlo, analizzare strategia e tattica e sostituzioni varie, perché questo compito spetta a chi dirige la squadra e nessun commentatore improvvisato potrà elencare con giudizio irreversibile mancanze e amnesie varie. La prova di Cagliari è sotto gli occhi di tutti. Sardi col cipiglio fiero di chi è consapevole che la permanenza nella massima serie va ottenuta con il sudore della fronte, con la grinta, e magari randellando anche. Azzurri sbiaditi e confusi nella testa, in attesa con nonchalance dell'errore degli avversari per colpire. Svagato perfino il capitano, recentemente fregiatosi del titolo di campione d'Africa, mai visto un Koulibaly così frastornato. Citerò altri tre nomi: Ospina che ha incassato un gollonzo e però ha compiuto perlomeno due interventi salvifici: Di Lorenzo che quando non c'è si vede eccome, colpito alla testa, l'unica sempre pensante: Osimhen, il centravanti mascherato che un pallone ha ricevuto ed ha fatto centro, saltando sull'Altare. Mai, quest'anno, gli azzurri erano stati messi sotto così brutalmente. Il Cagliari di Mazzarri avrebbe meritato di vincere. Il Napoli di Spalletti non avrebbe meritato di pareggiare. Svanita l'occasione propizia per scavalcare l'Inter. I numeri dicono che è sempre lotta a tre per il titolo. Il calendario asimmetrico dice che tra Milan, Inter e Napoli sia proprio quest'ultimo a star messo peggio. Sì d'accordo, il Milan lo si affronterà in casa al Maradona, un Milan che talvolta è anch'esso svagato più del lecito, ma che difficilmente toppa le partite decisive, vedi derby meneghino. Poiché il mercato di riparazione è chiuso e quindi non sarà possibile intervenire per accaparrarsi la mentalità vincente, si va incontro al Barcellona nella sfida decisiva per proseguire l'avventura in Europa senza che possa dire nient'altro che questo: il Ciuccio speriamo che se la cavi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, ci vuole amalgama!"

di Napoli Magazine

23/02/2024 - 10:00

NAPOLI - Un vulcanico presidente del calcio che non c'è più, constatato che la sua squadra non andava bene, chiese all'allenatore che cosa mancasse e questi rispose: ci vuole amalgama. E allora il vulcanico presidente controbatté: bene compriamolo, allora! M'è venuto in mente questo siparietto gustosamente irreale, osservando il Ciuccio di questi tempi. Mettiamo che Aurelio Primo chieda al certaldese che cosa ci vuole nei momenti decisivi, questi potrebbe rispondere: gli zebedei! Essì che il Ciuccio è da tempo che non ha la mentalità vincente che, come l'amalgama, nessuno potrà mai acquistare. Non è che desideri salvarmi in corner, ma la realtà è questa, purtroppo. Una realtà scritta da accadimenti del recente passato e del presente. Ogni qual volta si è vicino a cogliere il frutto maturo dall'albero, non si trova alcuno che decida di emulare Eva. Questo ha detto il match in terra sarda. E non mi si venga a dire che mancavano Tizio, Caio e Sempronio perché il Ciuccio ha dimostrato di saperne fare a meno. Sarebbe inutile e non sta a me farlo, analizzare strategia e tattica e sostituzioni varie, perché questo compito spetta a chi dirige la squadra e nessun commentatore improvvisato potrà elencare con giudizio irreversibile mancanze e amnesie varie. La prova di Cagliari è sotto gli occhi di tutti. Sardi col cipiglio fiero di chi è consapevole che la permanenza nella massima serie va ottenuta con il sudore della fronte, con la grinta, e magari randellando anche. Azzurri sbiaditi e confusi nella testa, in attesa con nonchalance dell'errore degli avversari per colpire. Svagato perfino il capitano, recentemente fregiatosi del titolo di campione d'Africa, mai visto un Koulibaly così frastornato. Citerò altri tre nomi: Ospina che ha incassato un gollonzo e però ha compiuto perlomeno due interventi salvifici: Di Lorenzo che quando non c'è si vede eccome, colpito alla testa, l'unica sempre pensante: Osimhen, il centravanti mascherato che un pallone ha ricevuto ed ha fatto centro, saltando sull'Altare. Mai, quest'anno, gli azzurri erano stati messi sotto così brutalmente. Il Cagliari di Mazzarri avrebbe meritato di vincere. Il Napoli di Spalletti non avrebbe meritato di pareggiare. Svanita l'occasione propizia per scavalcare l'Inter. I numeri dicono che è sempre lotta a tre per il titolo. Il calendario asimmetrico dice che tra Milan, Inter e Napoli sia proprio quest'ultimo a star messo peggio. Sì d'accordo, il Milan lo si affronterà in casa al Maradona, un Milan che talvolta è anch'esso svagato più del lecito, ma che difficilmente toppa le partite decisive, vedi derby meneghino. Poiché il mercato di riparazione è chiuso e quindi non sarà possibile intervenire per accaparrarsi la mentalità vincente, si va incontro al Barcellona nella sfida decisiva per proseguire l'avventura in Europa senza che possa dire nient'altro che questo: il Ciuccio speriamo che se la cavi.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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