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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "C'era una volta il calcio, fatto di sogni e vittorie sul campo, questo teatrino mediatico di tavolini e tribunali non entusiasma più nessuno!"
15.10.2020 16:43 di Redazione

NAPOLI - La sentenza del giudice sportivo è arrivata, alleluja alleluja: vittoria per 3-0 a tavolino concessa alla Juventus e 1 punto di penalizzazione al Napoli. Tutti felici e contenti in casa Juve, ma la parola "fine" da apporre su questa triste storia è ancora lontana, molto lontana. Qualcuno poi magari ci spiegherà come mai c'è voluta una settimana in piu' per non decidere: sarebbe stato più corretto un semplice rinvio del match, come avvenuto (sempre per casi covid) per Monza-Vicenza, ma la strada della semplicità, dettata dal buon senso, non è parsa evidentemente la più logica da percorrere. In sostanza, si dirà, è stato applicato il regolamento sportivo, non tenendo per nulla in considerazione l'impossibilità del club partenopeo di raggiungere Torino per imposizione dell'ASL. Tutto il resto è fuffa. Ripeto: bastava semplicemente rinviare la partita, ma il giudice sportivo ha sottolineato che non c'erano a suo avviso i presupposti per accogliere la motivazione della "causa di forza maggiore", come se una carta dell'ASL non fosse abbastanza, anche se ha poi specificato che gli "e' preclusa ogni valutazione sulla legittimità di atti e provvedimenti, in qualunque forma adottati, dalle Autorità sanitarie statali e territoriali, nonché delle Autorità regionali, posti in essere a tutela della saluta di singoli o della collettività": come a dire che si è limitato ad applicare le norme sportive di sua competenza, senza andare oltre. Per cui meglio dare fiato alle trombe e via alle polemiche, che non fanno altro che inasprire gli animi tra le due fazioni, come se non bastasse il clima pesante e quotidiano dei positivi da covid che perseguita un pò tutti. La Juventus tra l'altro non è esente da questo tema, se si pensa alle positività dell'Under 23, di Cristiano Ronaldo (rientrato liberamente dal Portogallo con jet e ambulanza a lui riservati) e McKennie. Ora il Napoli si rivolgerà alla Corte d'Appello sportiva, poi eventualmente al Collegio di Garanzia del CONI e poi eventualmente al TAR, facendo valere le proprie ragioni e dimostrando di aver rispettato in pieno le norme statali. Si annuncia dunque una lunga battaglia legale, che non potrà mai concludersi con lo Stato che soccomberà alle norme della giustizia sportiva. O almeno così dovrebbe essere. Poi se ci saranno clamorosi risvolti, lo scopriremo solo vivendo. Ho letto a caldo le reazioni dei tifosi, napoletani e juventini. Questo teatrino mediatico ha sinceramente stancato tutti. Una volta la diatriba verbale era sulla contesa avvenuta sul terreno di gioco, ora invece si parla di positivi, ASL, sconfitte a tavolino e punti di penalizzazione. Ma che cosa è diventato questo sport? In un clima di incertezza mondiale, sarebbe opportuno tutelare il minimo indispensabile, ovvero il pallone che rotola sul rettangolo verde di gioco con i relativi 22 protagonisti e soprattutto il pubblico (costretto a seguire la propria squadra del cuore a distanza). Di tutto il resto, con tutto il rispetto, ne abbiamo pieni i "tavolini".

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

15/10/2024 - 16:43

NAPOLI - La sentenza del giudice sportivo è arrivata, alleluja alleluja: vittoria per 3-0 a tavolino concessa alla Juventus e 1 punto di penalizzazione al Napoli. Tutti felici e contenti in casa Juve, ma la parola "fine" da apporre su questa triste storia è ancora lontana, molto lontana. Qualcuno poi magari ci spiegherà come mai c'è voluta una settimana in piu' per non decidere: sarebbe stato più corretto un semplice rinvio del match, come avvenuto (sempre per casi covid) per Monza-Vicenza, ma la strada della semplicità, dettata dal buon senso, non è parsa evidentemente la più logica da percorrere. In sostanza, si dirà, è stato applicato il regolamento sportivo, non tenendo per nulla in considerazione l'impossibilità del club partenopeo di raggiungere Torino per imposizione dell'ASL. Tutto il resto è fuffa. Ripeto: bastava semplicemente rinviare la partita, ma il giudice sportivo ha sottolineato che non c'erano a suo avviso i presupposti per accogliere la motivazione della "causa di forza maggiore", come se una carta dell'ASL non fosse abbastanza, anche se ha poi specificato che gli "e' preclusa ogni valutazione sulla legittimità di atti e provvedimenti, in qualunque forma adottati, dalle Autorità sanitarie statali e territoriali, nonché delle Autorità regionali, posti in essere a tutela della saluta di singoli o della collettività": come a dire che si è limitato ad applicare le norme sportive di sua competenza, senza andare oltre. Per cui meglio dare fiato alle trombe e via alle polemiche, che non fanno altro che inasprire gli animi tra le due fazioni, come se non bastasse il clima pesante e quotidiano dei positivi da covid che perseguita un pò tutti. La Juventus tra l'altro non è esente da questo tema, se si pensa alle positività dell'Under 23, di Cristiano Ronaldo (rientrato liberamente dal Portogallo con jet e ambulanza a lui riservati) e McKennie. Ora il Napoli si rivolgerà alla Corte d'Appello sportiva, poi eventualmente al Collegio di Garanzia del CONI e poi eventualmente al TAR, facendo valere le proprie ragioni e dimostrando di aver rispettato in pieno le norme statali. Si annuncia dunque una lunga battaglia legale, che non potrà mai concludersi con lo Stato che soccomberà alle norme della giustizia sportiva. O almeno così dovrebbe essere. Poi se ci saranno clamorosi risvolti, lo scopriremo solo vivendo. Ho letto a caldo le reazioni dei tifosi, napoletani e juventini. Questo teatrino mediatico ha sinceramente stancato tutti. Una volta la diatriba verbale era sulla contesa avvenuta sul terreno di gioco, ora invece si parla di positivi, ASL, sconfitte a tavolino e punti di penalizzazione. Ma che cosa è diventato questo sport? In un clima di incertezza mondiale, sarebbe opportuno tutelare il minimo indispensabile, ovvero il pallone che rotola sul rettangolo verde di gioco con i relativi 22 protagonisti e soprattutto il pubblico (costretto a seguire la propria squadra del cuore a distanza). Di tutto il resto, con tutto il rispetto, ne abbiamo pieni i "tavolini".

 

 
 
Antonio Petrazzuolo
 
 
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