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L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Un trionfo da custodire gelosamente nel cuore di ogni tifoso azzurro"
08.09.2022 23:52 di Redazione

NAPOLI - E' successo davvero. Aver battuto il Liverpool 4-1, all'esordio in Champions al Maradona, dopo aver ritrovato l'ormai celebre urlo famoso in tutto il mondo ed aver serenamente chiuso il primo tempo con un secco ed inequivocabile 3-0, genera una sola e meritata conseguenza: petto gonfio e senso di fierezza. E' stato un qualcosa di unico, raro e speciale, che ogni tifoso del Napoli si porterà dietro per il resto della propria vita. Era gia' accaduto di aver battuto il Liverpool, ma non così. I Reds, pur provando a mostrare il proprio gioco, sono stati annichiliti e letteralmente presi a pallonate. Per cui, anche se Klopp ha dichiarato che, grazie alla loro serata storta, il Napoli ha potuto esprimere le proprie potenzialità onestamente non sono proprio d'accordo. Sono certo, invece, che Spalletti, per questa mia eufeoria da 4-1, mi tirerà le orecchie. D'altronde il tecnico toscano ha subito fatto da pompiere, sottolineando che non bisogna montarsi la testa. Ci può stare, direbbe Benitez. Ma io personalmente ho visto tutt'altro. Da Meret, finalmente pronto nelle uscite con i pugni, a Kim e Rrahmani, bravi a costituire un muro insormontabile, passando per Olivera (che onestamente non pensavo fosse già in condizione di poter affrontare un impegno del genere), fino a tutto il reparto di centrocampo, composto dalla diga blu, con lo stakanovista Lobotka, il mostro Anguissa e il monumentale Zielinski, che in effetti hanno fatto a gara a chi giocasse meglio, per giungere poi a quel fenomeno assoluto di Kvaratskhelia, i cui dribbling hanno ubriacato Alexander-Arnold (non un Pasqualino qualsiasi della squadra rionale), senza dimenticare Politano sempre sul pezzo, Osimhen (tra palo e rigore fallito, a proposito forse e' meglio puntare sul solo Zielinski rigorista) e Simeone (in rete come nei migliori film d'altri tempi, con le lacrime emozionanti per il sogno Champions realizzato), va per l'appunto detto e sottolineato che si è manifestato dinanzi ai nostri occhi un Napoli da mille e una notte. Ora tutto quello che volete voi, si resta con i piedi per terra, sicuramente bisogna ripensare a quanto fatto col Lecce ed anche ai prossimi impegni contro Spezia e Glasgow, ma resta un dato unico ed inequivocabile: il Liverpool e' stato calcisticamente mortificato. E non e' una routine che accade spesso, soprattuto se lo si batte senza fargli vedere palla. Peccato per il gol preso, nato dopo un'uscita sbagliata di Di Lorenzo, ma tutto sommato la rete della consolazione può anche passare, se pensiamo anche alla gioia profusa dagli occhi dei presenti (inclusi quelli di Fabio Cannavaro, del "Pocho" Lavezzi e di Dries Mertens con la 10 del Diez). Ora, siccome dal carro dei vincitori non sono mai sceso, non si tratta di scendere in caso di passi successivi non della stessa portata. Semplicemente godo per questo storico risultato, al di la' di tutto quello che sarà, lasciandomi come giusto che sia la possibilita' di analizzare le singole prestazioni con un occhio critico, volto ad ottenere sempre il massimo dalla squadra. E proprio per questo assioma, che mi appartiene da oltre un ventennio, si può concludere in un solo modo: solo applausi per il Napoli, grazie ragazzi! Ma quanto è forte Kvaratskhelia?!

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

08/09/2024 - 23:52

NAPOLI - E' successo davvero. Aver battuto il Liverpool 4-1, all'esordio in Champions al Maradona, dopo aver ritrovato l'ormai celebre urlo famoso in tutto il mondo ed aver serenamente chiuso il primo tempo con un secco ed inequivocabile 3-0, genera una sola e meritata conseguenza: petto gonfio e senso di fierezza. E' stato un qualcosa di unico, raro e speciale, che ogni tifoso del Napoli si porterà dietro per il resto della propria vita. Era gia' accaduto di aver battuto il Liverpool, ma non così. I Reds, pur provando a mostrare il proprio gioco, sono stati annichiliti e letteralmente presi a pallonate. Per cui, anche se Klopp ha dichiarato che, grazie alla loro serata storta, il Napoli ha potuto esprimere le proprie potenzialità onestamente non sono proprio d'accordo. Sono certo, invece, che Spalletti, per questa mia eufeoria da 4-1, mi tirerà le orecchie. D'altronde il tecnico toscano ha subito fatto da pompiere, sottolineando che non bisogna montarsi la testa. Ci può stare, direbbe Benitez. Ma io personalmente ho visto tutt'altro. Da Meret, finalmente pronto nelle uscite con i pugni, a Kim e Rrahmani, bravi a costituire un muro insormontabile, passando per Olivera (che onestamente non pensavo fosse già in condizione di poter affrontare un impegno del genere), fino a tutto il reparto di centrocampo, composto dalla diga blu, con lo stakanovista Lobotka, il mostro Anguissa e il monumentale Zielinski, che in effetti hanno fatto a gara a chi giocasse meglio, per giungere poi a quel fenomeno assoluto di Kvaratskhelia, i cui dribbling hanno ubriacato Alexander-Arnold (non un Pasqualino qualsiasi della squadra rionale), senza dimenticare Politano sempre sul pezzo, Osimhen (tra palo e rigore fallito, a proposito forse e' meglio puntare sul solo Zielinski rigorista) e Simeone (in rete come nei migliori film d'altri tempi, con le lacrime emozionanti per il sogno Champions realizzato), va per l'appunto detto e sottolineato che si è manifestato dinanzi ai nostri occhi un Napoli da mille e una notte. Ora tutto quello che volete voi, si resta con i piedi per terra, sicuramente bisogna ripensare a quanto fatto col Lecce ed anche ai prossimi impegni contro Spezia e Glasgow, ma resta un dato unico ed inequivocabile: il Liverpool e' stato calcisticamente mortificato. E non e' una routine che accade spesso, soprattuto se lo si batte senza fargli vedere palla. Peccato per il gol preso, nato dopo un'uscita sbagliata di Di Lorenzo, ma tutto sommato la rete della consolazione può anche passare, se pensiamo anche alla gioia profusa dagli occhi dei presenti (inclusi quelli di Fabio Cannavaro, del "Pocho" Lavezzi e di Dries Mertens con la 10 del Diez). Ora, siccome dal carro dei vincitori non sono mai sceso, non si tratta di scendere in caso di passi successivi non della stessa portata. Semplicemente godo per questo storico risultato, al di la' di tutto quello che sarà, lasciandomi come giusto che sia la possibilita' di analizzare le singole prestazioni con un occhio critico, volto ad ottenere sempre il massimo dalla squadra. E proprio per questo assioma, che mi appartiene da oltre un ventennio, si può concludere in un solo modo: solo applausi per il Napoli, grazie ragazzi! Ma quanto è forte Kvaratskhelia?!

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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