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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Addio 2020, benvenuto 2021!"
31.12.2020 17:04 di Redazione

NAPOLI - Finalmente questo 2020 è andato in archivio. Davvero non se ne vede l’ora di mandare al diavolo un bisesto che ha lasciato sul campo morti e feriti, sogni spezzati e dolori di ogni genere a cominciare da quelli morali per finire a quelli economici. Penso alle categorie con le partite Iva, penso agli artisti, al mondo intero dello spettacolo, ai ristoratori, al commercio tutto. Pure il calcio i suoi danni li ha subiti: nove mesi senza pubblico negli stadi vuoti e con sponsor dimezzati, stanno mettendo a dura prova un settore che ben presto vedrà scoperchiati parecchi palloni gonfiati. Di certo non quello del Napoli che ha conti sani e un presidente che non si fa tradire dagli entusiasmi per l’Ibra di turno. Eppure il tifoso ogni tanto una follia d’amore di questo tipo la vedrebbe, un’emozione lontana da plusvalenze e carte d’identità del giocatore. E’ stata una stagione difficile ma che la squadra azzurra, con l’arrivo di Gattuso, è riuscita a riprendere per i capelli finendo col vincere la Coppa Italia. Non sono mancate le delusioni e soprattutto le sviste arbitrali che oramai sono come le feste comandate: ci sono ogni anno. Nessun rigore da quando è iniziato questo campionato e torti macroscopici, la dicono lunga sul peso politico che il Napoli non ha nelle stanze che “contano”. Attenzione: non vogliamo rigori regalati, ma non accettiamo nemmeno che non ci vengano dati quelli clamorosi o che vengano puniti in modo esagerato Insigne e compagni per falli non commessi. Pretenderemmo che il Var sia più presente quando subiamo un intervento discutibile in area oppure che le gomitate palesi degli avversari vengano sanzionate con i cartellini rossi e non con i gialli. Capisco che tra allerte meteo gialle e zone rosse si possa generare una confusione, ma la sensazione è che in quanto a cartellini finora gli arbitri siano stati daltonici. L’anno che sta per andare via ci ha riservato l’ennesima entrata con i tacchetti: le morti di Diego e di Paolo Rossi. In particolare la prima per noi napoletani ha avuto il sapore di una condanna, di un’afflizione che nessun tempo potrà guarire. Siamo in corsa per la Champions, siamo in gara con l’Europa League e la Coppa Italia che ci vedrà impegnati nel prossimo gennaio. Tutto ciò conferma che tutto sommato l’anno si può considerare positivo, ma non nel senso del tampone (anche se qualche positivo anche il Napoli l’ha avuto). E il Covid, che sta condizionando campionati e risultati, sarà l’ avversario da battere per l’anno che si appresta ad entrare. Certo, il virus muta, c’è la variante inglese, quindi qualche incertezza c’è. Del resto, si sa, i virus mutano a differenza di Gattuso che non muta il 4-2-3-1. Sembrava che dovesse mutare, ma la variante Petagna si è fermata e si aspetta il ritorno di Osimhen. Non nascondo che qualche filo scoperto nel centrocampo del Napoli ci sia e lo sa pure il buon Ringhio al quale auguro di tornare presto in forma. Così come auguro a tutti i tifosi del Napoli di conservare fede e ottimismo per l’anno che verrà. Per il resto, al di là dell’ambito calcistico, speriamo che il 2021 ci porti più chiarezza, lavoro, salute, amore, serenità e che, alla prossima notte di San Silvestro, il brindisi si possa fare con tutti i nostri cari a mezzanotte. L’augurio è che l’unica zona rossa sia quella delle nostre guance baciate da chi ci ama. Buon anno!

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

31/12/2024 - 17:04

NAPOLI - Finalmente questo 2020 è andato in archivio. Davvero non se ne vede l’ora di mandare al diavolo un bisesto che ha lasciato sul campo morti e feriti, sogni spezzati e dolori di ogni genere a cominciare da quelli morali per finire a quelli economici. Penso alle categorie con le partite Iva, penso agli artisti, al mondo intero dello spettacolo, ai ristoratori, al commercio tutto. Pure il calcio i suoi danni li ha subiti: nove mesi senza pubblico negli stadi vuoti e con sponsor dimezzati, stanno mettendo a dura prova un settore che ben presto vedrà scoperchiati parecchi palloni gonfiati. Di certo non quello del Napoli che ha conti sani e un presidente che non si fa tradire dagli entusiasmi per l’Ibra di turno. Eppure il tifoso ogni tanto una follia d’amore di questo tipo la vedrebbe, un’emozione lontana da plusvalenze e carte d’identità del giocatore. E’ stata una stagione difficile ma che la squadra azzurra, con l’arrivo di Gattuso, è riuscita a riprendere per i capelli finendo col vincere la Coppa Italia. Non sono mancate le delusioni e soprattutto le sviste arbitrali che oramai sono come le feste comandate: ci sono ogni anno. Nessun rigore da quando è iniziato questo campionato e torti macroscopici, la dicono lunga sul peso politico che il Napoli non ha nelle stanze che “contano”. Attenzione: non vogliamo rigori regalati, ma non accettiamo nemmeno che non ci vengano dati quelli clamorosi o che vengano puniti in modo esagerato Insigne e compagni per falli non commessi. Pretenderemmo che il Var sia più presente quando subiamo un intervento discutibile in area oppure che le gomitate palesi degli avversari vengano sanzionate con i cartellini rossi e non con i gialli. Capisco che tra allerte meteo gialle e zone rosse si possa generare una confusione, ma la sensazione è che in quanto a cartellini finora gli arbitri siano stati daltonici. L’anno che sta per andare via ci ha riservato l’ennesima entrata con i tacchetti: le morti di Diego e di Paolo Rossi. In particolare la prima per noi napoletani ha avuto il sapore di una condanna, di un’afflizione che nessun tempo potrà guarire. Siamo in corsa per la Champions, siamo in gara con l’Europa League e la Coppa Italia che ci vedrà impegnati nel prossimo gennaio. Tutto ciò conferma che tutto sommato l’anno si può considerare positivo, ma non nel senso del tampone (anche se qualche positivo anche il Napoli l’ha avuto). E il Covid, che sta condizionando campionati e risultati, sarà l’ avversario da battere per l’anno che si appresta ad entrare. Certo, il virus muta, c’è la variante inglese, quindi qualche incertezza c’è. Del resto, si sa, i virus mutano a differenza di Gattuso che non muta il 4-2-3-1. Sembrava che dovesse mutare, ma la variante Petagna si è fermata e si aspetta il ritorno di Osimhen. Non nascondo che qualche filo scoperto nel centrocampo del Napoli ci sia e lo sa pure il buon Ringhio al quale auguro di tornare presto in forma. Così come auguro a tutti i tifosi del Napoli di conservare fede e ottimismo per l’anno che verrà. Per il resto, al di là dell’ambito calcistico, speriamo che il 2021 ci porti più chiarezza, lavoro, salute, amore, serenità e che, alla prossima notte di San Silvestro, il brindisi si possa fare con tutti i nostri cari a mezzanotte. L’augurio è che l’unica zona rossa sia quella delle nostre guance baciate da chi ci ama. Buon anno!

 

 

Gino Rivieccio

 

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