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Basket, Bruno Cerella: "Milano e Venezia, due città nel cuore per le vittorie, idolo sportivo? Michael Jordan"
23.05.2024 17:08 di Redazione

A pochi giorni dalla partita d’addio Bruno Cerella, ex Olimpia Milano e Reyer Venezia, è stato intervistato ai microfoni di LeoVegas.News. Il cestista ha ricordato i momenti più significativi della sua carriera sportiva, tra vittorie e sconfitte che lo hanno segnato, ma nell’intervista integrale, disponibile sui canali digitali di LeoVegas.News, non è mancata occasione anche per svelare alcuni aneddoti, curiosità e passioni anche per altri sport.

Tra le esperienze più gratificanti nel percorso sportivo di Cerella, a fare da sfondo, ci sono state due città in particolare. Una è Milano dove ho vinto il primo scudetto della mia carriera dopo vent'anni che il titolo mancava alla città”. L’altra è Venezia in cui, con il Reyer, “Siamo riusciti a vincere e a festeggiare anche nel Canal Grande: è stato qualcosa di unico. Portare un altro scudetto a Venezia è stato bellissimo”. 

Una delle sconfitte più dolorose? La mancata partecipazione, con l’Olimpia Milano, alla Final Four dell'Eurolega dopo aver perso la semifinale contro il Maccabi Tel Aviv, quando la sede della finale era proprio Milano: "Sicuramente è stato un momento che avrei voluto vivere davvero, perché la Final Four dell'Eurolega era il mio sogno". Le sconfitte, per Bruno Cerella, sono sempre un insegnamento e per questo vanno vissute con sportività e non devono mai diventare ostacolo a “[…] Dedizione e costanza, due ingredienti principali del mio percorso sportivo insieme al divertimento”. E proprio ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nella pallacanestro dice: “Consiglierei prima di tutto di divertirsi perché lo sport è, sì una passione, ma anche un gioco ed è la cosa più bella per vivere lo sport”.

I racconti della carriera del cestista argentino, arrivato a 18 anni in Italia per fare esperienza nel club di Serie C2, il GS Basket Massafra, lasciano spazio anche ad alcune curiosità, per esempio scoprire chi fosse il suo idolo da bambino. A questa domanda Bruno Cerella, senza esitazione, ha risposto: "Michael Jordan, ma non ho mai avuto l'opportunità di incontrarlo personalmente, però sono cresciuto con lui, con quella generazione”. Jordan è l’idolo di tutti, si sa, ma anche Dennis Rodman, per il cestita argentino è stato un modello a cui ispirarsi: “[…] Jordan era unico, è vero, ma Rodman era un uomo in missione, era un uomo che tutti i compagni avrebbero voluto avere per quanto dava in campo, faceva il lavoro sporco, era funzionale per un allenatore, aveva una mentalità vincente ed è stato sempre funzionale per quel tipo di gioco, per quel gruppo”.

Cerella che condivide la città natale con Lautaro Martinez ha raccontato anche del suo legame con il calcio e gli idoli sportivi sudamericani che ha seguito sin dai suoi primi giorni a Milano: "Mi piace lo sport in generale e vivendo a Milano ci sono grandi opportunità per seguire una squadra come l'Inter da vicino, anche se mi è capitato di vedere qualche partita del Milan. Da buon argentino l'Inter mi ha regalato grandi soddisfazioni”. Non può mancare, infine, il ricordo degli ultimi mondiali vinti dalla nazionale argentina, evento che Cerella ha vissuto con grande emozione. Parlare poi di Lionel Messi è inevitabile quando si parla di calcio argentino: “È un idolo sportivo, ma anche una persona eccezionale e lo si vede per quello che trasmette dal punto di vista umano […]”.

Oltre alla sua carriera sportiva, Cerella ha raccontato anche dell'associazione benefica Slums Dunk, fondata insieme al suo socio Tommy Marino e attiva in quattro continenti. “Con Slums Dunk affianchiamo l'educazione scolastica a quella sportiva, come succede in tanti paesi del mondo: è un modo per creare opportunità soprattutto per le nuove generazioni puntando tantissimo anche sul basket femminile”.  Ed è proprio insieme a Tommy Marino che Cerella sta organizzando la sua partita di addio che coinvolgerà celebrità e amici. 

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Basket, Bruno Cerella: "Milano e Venezia, due città nel cuore per le vittorie, idolo sportivo? Michael Jordan"

di Napoli Magazine

23/05/2024 - 17:08

A pochi giorni dalla partita d’addio Bruno Cerella, ex Olimpia Milano e Reyer Venezia, è stato intervistato ai microfoni di LeoVegas.News. Il cestista ha ricordato i momenti più significativi della sua carriera sportiva, tra vittorie e sconfitte che lo hanno segnato, ma nell’intervista integrale, disponibile sui canali digitali di LeoVegas.News, non è mancata occasione anche per svelare alcuni aneddoti, curiosità e passioni anche per altri sport.

Tra le esperienze più gratificanti nel percorso sportivo di Cerella, a fare da sfondo, ci sono state due città in particolare. Una è Milano dove ho vinto il primo scudetto della mia carriera dopo vent'anni che il titolo mancava alla città”. L’altra è Venezia in cui, con il Reyer, “Siamo riusciti a vincere e a festeggiare anche nel Canal Grande: è stato qualcosa di unico. Portare un altro scudetto a Venezia è stato bellissimo”. 

Una delle sconfitte più dolorose? La mancata partecipazione, con l’Olimpia Milano, alla Final Four dell'Eurolega dopo aver perso la semifinale contro il Maccabi Tel Aviv, quando la sede della finale era proprio Milano: "Sicuramente è stato un momento che avrei voluto vivere davvero, perché la Final Four dell'Eurolega era il mio sogno". Le sconfitte, per Bruno Cerella, sono sempre un insegnamento e per questo vanno vissute con sportività e non devono mai diventare ostacolo a “[…] Dedizione e costanza, due ingredienti principali del mio percorso sportivo insieme al divertimento”. E proprio ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nella pallacanestro dice: “Consiglierei prima di tutto di divertirsi perché lo sport è, sì una passione, ma anche un gioco ed è la cosa più bella per vivere lo sport”.

I racconti della carriera del cestista argentino, arrivato a 18 anni in Italia per fare esperienza nel club di Serie C2, il GS Basket Massafra, lasciano spazio anche ad alcune curiosità, per esempio scoprire chi fosse il suo idolo da bambino. A questa domanda Bruno Cerella, senza esitazione, ha risposto: "Michael Jordan, ma non ho mai avuto l'opportunità di incontrarlo personalmente, però sono cresciuto con lui, con quella generazione”. Jordan è l’idolo di tutti, si sa, ma anche Dennis Rodman, per il cestita argentino è stato un modello a cui ispirarsi: “[…] Jordan era unico, è vero, ma Rodman era un uomo in missione, era un uomo che tutti i compagni avrebbero voluto avere per quanto dava in campo, faceva il lavoro sporco, era funzionale per un allenatore, aveva una mentalità vincente ed è stato sempre funzionale per quel tipo di gioco, per quel gruppo”.

Cerella che condivide la città natale con Lautaro Martinez ha raccontato anche del suo legame con il calcio e gli idoli sportivi sudamericani che ha seguito sin dai suoi primi giorni a Milano: "Mi piace lo sport in generale e vivendo a Milano ci sono grandi opportunità per seguire una squadra come l'Inter da vicino, anche se mi è capitato di vedere qualche partita del Milan. Da buon argentino l'Inter mi ha regalato grandi soddisfazioni”. Non può mancare, infine, il ricordo degli ultimi mondiali vinti dalla nazionale argentina, evento che Cerella ha vissuto con grande emozione. Parlare poi di Lionel Messi è inevitabile quando si parla di calcio argentino: “È un idolo sportivo, ma anche una persona eccezionale e lo si vede per quello che trasmette dal punto di vista umano […]”.

Oltre alla sua carriera sportiva, Cerella ha raccontato anche dell'associazione benefica Slums Dunk, fondata insieme al suo socio Tommy Marino e attiva in quattro continenti. “Con Slums Dunk affianchiamo l'educazione scolastica a quella sportiva, come succede in tanti paesi del mondo: è un modo per creare opportunità soprattutto per le nuove generazioni puntando tantissimo anche sul basket femminile”.  Ed è proprio insieme a Tommy Marino che Cerella sta organizzando la sua partita di addio che coinvolgerà celebrità e amici.