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IL COMMENTO - Weah: "Il Milan è sempre casa mia"
13.10.2024 21:25 di Redazione

George Weah, ex attaccante, è stato protagonista al Festival dello Sport di Trento. Ecco le sue dichiarazioni: "Mi hanno fatto sentire subito a casa mia, sin dal primo giorno. Berlusconi, Galliani e i compagni e poi l’affetto della gente, una cosa incredibile ancora oggi. E pensare che io ero tifoso della Juve, ma contro i bianconeri segnavo sempre anche se una volta ho sbagliato un rigore. Timothy? Quando è stato il momento mi ha detto che lui è cresciuto con i suoi amici di New York e che si sentiva di giocare nella nazionale degli Stati Uniti. È stata un’opportunità in più da cogliere e non c’era motivo che io gli mettessi il bastone tra le ruote. Certo che sono felice e sono convinto che abbia anche tanti margini di miglioramentoQuando è stato il momento mi ha detto che lui è cresciuto con i suoi amici di New York e che si sentiva di giocare nella nazionale degli Stati Uniti. È stata un’opportunità in più da cogliere e non c’era motivo che io gli mettessi il bastone tra le ruote. Certo che sono felice e sono convinto che abbia anche tanti margini di miglioramento. Di mio figlio avevo parlato anche a Paolo Maldini di mio figlio, lo stava osservando per il Milan. Poi l’ha preso la Juventus".

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IL COMMENTO - Weah: "Il Milan è sempre casa mia"

di Napoli Magazine

13/10/2024 - 21:25

George Weah, ex attaccante, è stato protagonista al Festival dello Sport di Trento. Ecco le sue dichiarazioni: "Mi hanno fatto sentire subito a casa mia, sin dal primo giorno. Berlusconi, Galliani e i compagni e poi l’affetto della gente, una cosa incredibile ancora oggi. E pensare che io ero tifoso della Juve, ma contro i bianconeri segnavo sempre anche se una volta ho sbagliato un rigore. Timothy? Quando è stato il momento mi ha detto che lui è cresciuto con i suoi amici di New York e che si sentiva di giocare nella nazionale degli Stati Uniti. È stata un’opportunità in più da cogliere e non c’era motivo che io gli mettessi il bastone tra le ruote. Certo che sono felice e sono convinto che abbia anche tanti margini di miglioramentoQuando è stato il momento mi ha detto che lui è cresciuto con i suoi amici di New York e che si sentiva di giocare nella nazionale degli Stati Uniti. È stata un’opportunità in più da cogliere e non c’era motivo che io gli mettessi il bastone tra le ruote. Certo che sono felice e sono convinto che abbia anche tanti margini di miglioramento. Di mio figlio avevo parlato anche a Paolo Maldini di mio figlio, lo stava osservando per il Milan. Poi l’ha preso la Juventus".