Ha conosciuto il Milan nel suo periodo di massimo splendore, l'era di Berlusconi e Galliani. Oggi Ariedo Braida vive da lontano, e con sofferenza, il mondo rossonero: "Sono triste", ha raccontato l'ex al sito SoFoot: "Vedere il Milan in questo stato mi fa male”. Poi Braida, senza eslcusione di colpi, entra nel dettaglio di quelli che, secondo il suo punto di vista, sono i problemi del Diavolo: "Una crisi di identità e una mancanza di sentimento di appartenenza. Sono stati fatti grossi errori per anni, a tutti i livelli e la conseguenza è che abbiamo un club e una squadra senza identità. Il club è troppo instabile, non c'è una direzione chiara, gli allenatori si succedono e la rosa cambia ogni anno. Per essere ambiziosi serve continuità. Ciò che manca, è una guida, un uomo forte come lo era Berlusconi. Con lui e Galliani c'era una linea". Una figura che poteva essere incarnata da Paolo Maldini, allontanato da Milanello dopo la vittoria dello scudetto: "Licenziarlo è stato un errore grossolano, e cacciarlo in quel modo inscusabile. Paolo è una leggenda che lavorava molto bene e rappresentava al meglio l'istituzione". Secondo Braida, ci sono diversi responsabili per questo momento del Milan: dai calciatori fino alla società passando per Ibrahimovic. "I giocatori sono responsabili, ma è difficile performare in un club senza identità. Ibra? Non è un punto di riferimento. Non ha ancora le competenze e l'esperienza per essere un uomo forte, capace di dirigere un club, è solamente un comunicatore”.
di Napoli Magazine
08/03/2025 - 19:47
Ha conosciuto il Milan nel suo periodo di massimo splendore, l'era di Berlusconi e Galliani. Oggi Ariedo Braida vive da lontano, e con sofferenza, il mondo rossonero: "Sono triste", ha raccontato l'ex al sito SoFoot: "Vedere il Milan in questo stato mi fa male”. Poi Braida, senza eslcusione di colpi, entra nel dettaglio di quelli che, secondo il suo punto di vista, sono i problemi del Diavolo: "Una crisi di identità e una mancanza di sentimento di appartenenza. Sono stati fatti grossi errori per anni, a tutti i livelli e la conseguenza è che abbiamo un club e una squadra senza identità. Il club è troppo instabile, non c'è una direzione chiara, gli allenatori si succedono e la rosa cambia ogni anno. Per essere ambiziosi serve continuità. Ciò che manca, è una guida, un uomo forte come lo era Berlusconi. Con lui e Galliani c'era una linea". Una figura che poteva essere incarnata da Paolo Maldini, allontanato da Milanello dopo la vittoria dello scudetto: "Licenziarlo è stato un errore grossolano, e cacciarlo in quel modo inscusabile. Paolo è una leggenda che lavorava molto bene e rappresentava al meglio l'istituzione". Secondo Braida, ci sono diversi responsabili per questo momento del Milan: dai calciatori fino alla società passando per Ibrahimovic. "I giocatori sono responsabili, ma è difficile performare in un club senza identità. Ibra? Non è un punto di riferimento. Non ha ancora le competenze e l'esperienza per essere un uomo forte, capace di dirigere un club, è solamente un comunicatore”.