Calcio
MEDIASET - Milan, il disastro nel derby è figlio di errori tattici e della preparazione della partita
17.09.2023 12:14 di Redazione Fonte: Sport Mediaset

Il Milan ha perso malamente il derby con l'Inter, 5-1, ma ciò che spaventa di più i tifosi è la mancanza di insegnamenti tratti da ogni sconfitta. I rossoneri contro i dirimpettai compiono ormai da tempo immemore sempre gli stessi errori di approccio e di studio del match, e la colpa non può che essere di Stefano Pioli. Risultati che vanno oltre le prestazioni del singolo e spingono tutti i supporters e a questo punto anche la dirigenza a porsi domande: cosa non funziona contro l'Inter?

 

L'aspetto tattico è la chiave: l'Inter è una delle migliori squadre in Europa quando viene attaccata. Simone Inzaghi fa da sempre delle uscite a tutta velocità dal pressing il proprio punto forte, lo era alla Lazio e lo è in nerazzurro. I giocatori dell'Inter godono nell'essere pressati e nel ripartire dopo aver sigillato ogni spazio in fase difensiva. Al contrario, data la mancanza di creatori palla al piede, soffre quando deve fare la partita. E allora, osservando anche la stagione scorsa in cui numerose squadre anche meno forti del Milan hanno imbrigliato i nerazzurri, perché in ogni derby i rossoneri preparano il match sulla pressione altissima senza intensità e lasciando praterie in difesa? I numeri negli scontri negli ultimi anni sono tragici: negli ultimi 11 derby ci sono 7 sconfitte, 2 pareggi e 2 vittorie. Con tutto il rispetto per l'Espanyol, sono numeri da derby di Barcellona, non di Milano. Nella finale del 10 giugno a Istanbul nemmeno il Manchester City è riuscito a imporre il proprio palleggio e il pressing altissimo all'Inter, rischiando in maniera enorme di prendere gol in contropiede e salvandosi grazie agli errori sottoporta. Il Milan però continua ad affrontare i cugini in questa maniera che, a conti fatti, è del tutto inefficace e dannosa.

 

Tra le innovazioni di Stefano Pioli quella dei terzini che vengono dentro al campo a giocare da mezze ali aggiunte permettendo a quelle di ruolo di partire e inserirsi negli spazi è una delle più interessanti ed efficaci. Contro un 3-5-2 oliatissimo come quello del marchingegno studiato da Inzaghi, però, è una clamorosa zappa sui piedi. Il gol di Thuram è una vera magia, ma molti si sono domandati dove fosse Calabria che avrebbe dovuto aiutare un Thiaw ammonito a fronteggiare il francese. L'azione è il sunto di quanto ci sia di sistematicamente sbagliato nella preparazione della partita: Lautaro serve Thuram con una grande palla, l'attaccante riceve, punta Thiaw si libera sul destro e calcia. Ecco, Calabria compare nell'azione proprio mentre sta per arrivare il tiro in porta, in evidentissimo ritardo nel rientro perché proiettato in zona offensiva. 

 

Il terzo gol è la replica della stessa identica situazione: il Milan perde palla, l'Inter riparte in massa, Calhanoglu conduce sulla fascia destra palla al piede prima di cambiare gioco e non ha nessuno davanti. Theo Hernandez, il terzino sinistro, è 15 metri dietro di lui e ovviamente fatica nel recuperare la posizione che resta sguarnita sbilanciando del tutto la difesa. L'ennesimo errore identico, figlio della cronica mancanza di aggiustamenti dei rossoneri nel derby. E dire che l'Inter era sembrata tutto fuorchè impenetrabile nel primo tempo, in cui comunque il Milan ha avuto un paio di occasioni molto importanti non finalizzate. Ma se a ogni azione offensiva degli avversari c'è un pericolo di prendere gol qualcosa nell'impianto studiato per fronteggiarlo è evidentemente sbagliato. Il Milan, in altre parole, non impara dai propri errori.

 

Le soluzioni? Un blocco più compatto, mettere da parte le finezze tattiche, non esporsi a continui uno contro uno a tutto campo in situazioni di sbilanciamento e puntare sulle enormi qualità individuali che i giocatori posseggono. Perché è vero che l'Inter è una squadra rodata e di enorme esperienza e forza mentale, ma partire dal non servirgli il match su un piatto d'argento esaltando i suoi punti forti con atteggiamenti tattici nocivi ed errati sarebbe un ottimo punto di partenza. Perché dopo 5 sconfitte su 5 nel 2023 con almeno 4 derby approcciati nella stessa identica ed evidentemente sbagliata maniera anche la dirigenza potrebbe iniziare ad alzare il sopracciglio e domandarsi cosa non funziona nei confronti con i cugini. 

 

Dagli errori in impostazione del match per altro esce mutilata anche la fase offensiva: il Milan è una squadra piena di giocatori forti in uno contro uno, che contro i nerazzurri si trovano a ricevere costantemente in situazioni statiche partendo da fermo ed esposti al raddoppio del quinto di centrocampo e del braccetto di difesa del rispettivo lato. Non è assolutamente un caso, infatti, che il gol di Leao nel derby sia nato da una palla in verticale alle spalle della difesa esposta dell'Inter: in campo aperto il portoghese è imprendibile, ma non è stato mai servito in tali situazioni a causa del pressing alto e disorganizzato che lo utilizza come ala larghissima e non come ricevitore in profondità.

 

A Stefano Pioli il compito di tirare fuori dalla voragine psicologica che è diventata il derby la sua squadra. La sofferenza, infatti, non è solo tattica ma anche mentale: giocatori che normalmente si divertono e inventano giocate illuminanti scendono puntualmente in campo talmente ansiosi nelle stracittadine da combinare disastri. Lo scudetto 2022 è un ricordo, "si è girato Giroud" risale a ormai quasi due anni fa, per il Milan è tempo di studiare l'Inter e cercare di ribaltare un trend negativo come pochi nella storia della rivalità tra le due squadre prima che i numeri del confronto diventino ancora più pesanti.

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MEDIASET - Milan, il disastro nel derby è figlio di errori tattici e della preparazione della partita

di Napoli Magazine

17/09/2023 - 12:14

Il Milan ha perso malamente il derby con l'Inter, 5-1, ma ciò che spaventa di più i tifosi è la mancanza di insegnamenti tratti da ogni sconfitta. I rossoneri contro i dirimpettai compiono ormai da tempo immemore sempre gli stessi errori di approccio e di studio del match, e la colpa non può che essere di Stefano Pioli. Risultati che vanno oltre le prestazioni del singolo e spingono tutti i supporters e a questo punto anche la dirigenza a porsi domande: cosa non funziona contro l'Inter?

 

L'aspetto tattico è la chiave: l'Inter è una delle migliori squadre in Europa quando viene attaccata. Simone Inzaghi fa da sempre delle uscite a tutta velocità dal pressing il proprio punto forte, lo era alla Lazio e lo è in nerazzurro. I giocatori dell'Inter godono nell'essere pressati e nel ripartire dopo aver sigillato ogni spazio in fase difensiva. Al contrario, data la mancanza di creatori palla al piede, soffre quando deve fare la partita. E allora, osservando anche la stagione scorsa in cui numerose squadre anche meno forti del Milan hanno imbrigliato i nerazzurri, perché in ogni derby i rossoneri preparano il match sulla pressione altissima senza intensità e lasciando praterie in difesa? I numeri negli scontri negli ultimi anni sono tragici: negli ultimi 11 derby ci sono 7 sconfitte, 2 pareggi e 2 vittorie. Con tutto il rispetto per l'Espanyol, sono numeri da derby di Barcellona, non di Milano. Nella finale del 10 giugno a Istanbul nemmeno il Manchester City è riuscito a imporre il proprio palleggio e il pressing altissimo all'Inter, rischiando in maniera enorme di prendere gol in contropiede e salvandosi grazie agli errori sottoporta. Il Milan però continua ad affrontare i cugini in questa maniera che, a conti fatti, è del tutto inefficace e dannosa.

 

Tra le innovazioni di Stefano Pioli quella dei terzini che vengono dentro al campo a giocare da mezze ali aggiunte permettendo a quelle di ruolo di partire e inserirsi negli spazi è una delle più interessanti ed efficaci. Contro un 3-5-2 oliatissimo come quello del marchingegno studiato da Inzaghi, però, è una clamorosa zappa sui piedi. Il gol di Thuram è una vera magia, ma molti si sono domandati dove fosse Calabria che avrebbe dovuto aiutare un Thiaw ammonito a fronteggiare il francese. L'azione è il sunto di quanto ci sia di sistematicamente sbagliato nella preparazione della partita: Lautaro serve Thuram con una grande palla, l'attaccante riceve, punta Thiaw si libera sul destro e calcia. Ecco, Calabria compare nell'azione proprio mentre sta per arrivare il tiro in porta, in evidentissimo ritardo nel rientro perché proiettato in zona offensiva. 

 

Il terzo gol è la replica della stessa identica situazione: il Milan perde palla, l'Inter riparte in massa, Calhanoglu conduce sulla fascia destra palla al piede prima di cambiare gioco e non ha nessuno davanti. Theo Hernandez, il terzino sinistro, è 15 metri dietro di lui e ovviamente fatica nel recuperare la posizione che resta sguarnita sbilanciando del tutto la difesa. L'ennesimo errore identico, figlio della cronica mancanza di aggiustamenti dei rossoneri nel derby. E dire che l'Inter era sembrata tutto fuorchè impenetrabile nel primo tempo, in cui comunque il Milan ha avuto un paio di occasioni molto importanti non finalizzate. Ma se a ogni azione offensiva degli avversari c'è un pericolo di prendere gol qualcosa nell'impianto studiato per fronteggiarlo è evidentemente sbagliato. Il Milan, in altre parole, non impara dai propri errori.

 

Le soluzioni? Un blocco più compatto, mettere da parte le finezze tattiche, non esporsi a continui uno contro uno a tutto campo in situazioni di sbilanciamento e puntare sulle enormi qualità individuali che i giocatori posseggono. Perché è vero che l'Inter è una squadra rodata e di enorme esperienza e forza mentale, ma partire dal non servirgli il match su un piatto d'argento esaltando i suoi punti forti con atteggiamenti tattici nocivi ed errati sarebbe un ottimo punto di partenza. Perché dopo 5 sconfitte su 5 nel 2023 con almeno 4 derby approcciati nella stessa identica ed evidentemente sbagliata maniera anche la dirigenza potrebbe iniziare ad alzare il sopracciglio e domandarsi cosa non funziona nei confronti con i cugini. 

 

Dagli errori in impostazione del match per altro esce mutilata anche la fase offensiva: il Milan è una squadra piena di giocatori forti in uno contro uno, che contro i nerazzurri si trovano a ricevere costantemente in situazioni statiche partendo da fermo ed esposti al raddoppio del quinto di centrocampo e del braccetto di difesa del rispettivo lato. Non è assolutamente un caso, infatti, che il gol di Leao nel derby sia nato da una palla in verticale alle spalle della difesa esposta dell'Inter: in campo aperto il portoghese è imprendibile, ma non è stato mai servito in tali situazioni a causa del pressing alto e disorganizzato che lo utilizza come ala larghissima e non come ricevitore in profondità.

 

A Stefano Pioli il compito di tirare fuori dalla voragine psicologica che è diventata il derby la sua squadra. La sofferenza, infatti, non è solo tattica ma anche mentale: giocatori che normalmente si divertono e inventano giocate illuminanti scendono puntualmente in campo talmente ansiosi nelle stracittadine da combinare disastri. Lo scudetto 2022 è un ricordo, "si è girato Giroud" risale a ormai quasi due anni fa, per il Milan è tempo di studiare l'Inter e cercare di ribaltare un trend negativo come pochi nella storia della rivalità tra le due squadre prima che i numeri del confronto diventino ancora più pesanti.

Fonte: Sport Mediaset