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IL COMMENTO - Milanese: "De Laurentiis ha dato un segnale, Conte è uno dei migliori"
07.06.2024 13:28 di Redazione

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Mauro Milanese, direttore sportivo ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Inter.

Come valuta l’operato del Napoli? Il club è stato tempestivo nella scelta del direttore sportivo e, forse, anche del tecnico. Il Napoli sta dando una risposta nei fatti, con una ritrovata ambizione.

“Credo che il presidente, dopo la vittoria dello scudetto, voglia dare un segnale, e l’ha dato. Ha preso uno degli allenatori più forti, che incarna la voglia di vincere. Sicuramente i contatti con Conte c’erano già da tempo. Il Napoli viene da una stagione deludente ma Conte si esalta in circostanze simili”.

Quanto deve essere importante il rapporto con il direttore sportivo che deve cercare giocatori funzionali al sistema di gioco del tecnico ed in linea con la politica del club?

“Penso che anche Conte si sia evoluto, cercando calciatori di gamba, giovani. Ha avuto modo di allenare diversi club ed in Paesi diversi. Il Napoli fa bene a perseverare nella politica di giovani talenti, ma con Antonio sarà una giusta miscela, con l’aggiunta di calciatori d’esperienza che possano garantire competitività alla squadra”.

Manna è la figura giusta per il Napoli? In molti hanno sollevato dubbi sulla sua esperienza.

“E’ la scelta giusta. Ha sempre trovato situazioni congeniali, lavorando sui prospetti, ma è normale che far giocare dei giovani è sempre difficile. A volte non sono ritenuti ancora pronti, anche se un po’ dispiace. Forse, anche fisicamente non siamo pronti, rispetto ad altri Paesi, come struttura fisica. Anche la solidità difensiva, tipica del nostro tatticismo, sembra essere lentamente soppiantata in favore di un calcio sicuramente spettacolare”.

L’Under 17 ha trionfato agli Europei, ma i nostri talenti non riescono ad emergere. Cosa manca?

“Ci manca quel passaggio che nelle altre squadre riescono a completare. Sappiamo tutti che giocare con i più grandi aiuta e fa migliorare tanto. Si potrebbe pensare di accorciare di un anno la Primavera. Basti pensare che in altri club, all’estero, ci sono calciatori dell’età delle nostre Primavere che vincono già campionati e Champions”.

Con l’arrivo di Manna, crede ci sia l’intenzione del club di costruire un settore giovanile solido e fruttuoso?

“Me lo auguro. C’è una fucina di giovani importanti, un numero interminabile se guardiamo anche alla Provincia. I giocatori bravi ci sono anche in Italia. Forse, non si gioca più con la palla, in strada, come un tempo. Manca quel talento e la qualità a cui affidare la maglia numero dieci. Ad oggi, qualcuno predilige anche giocare a calcio al cinque. I giocatori brasiliani, d’altronde, nascono anche sulle spiagge. Un ritorno naturale, dunque, dovrebbe puntare alla tecnica”.

A Napoli ci si ricorda di un suo gol, al 96’, con la maglia azzurra, contro il Verona…

“Ringrazio sempre di essere ricordato con tanto affetto anche per quel gol. Prendere quella palla era difficile, a volte si rischia di prenderla male. Era anche l’ultima speranza, la gara era quasi terminata. Era una partita quasi da guerra civile, c’era una grande rivalità tra le tifoserie ed arrivare allo stadio fu difficilissimo. Ricordo gli 80000 del San Paolo”.

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IL COMMENTO - Milanese: "De Laurentiis ha dato un segnale, Conte è uno dei migliori"

di Napoli Magazine

07/06/2024 - 13:28

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Mauro Milanese, direttore sportivo ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Inter.

Come valuta l’operato del Napoli? Il club è stato tempestivo nella scelta del direttore sportivo e, forse, anche del tecnico. Il Napoli sta dando una risposta nei fatti, con una ritrovata ambizione.

“Credo che il presidente, dopo la vittoria dello scudetto, voglia dare un segnale, e l’ha dato. Ha preso uno degli allenatori più forti, che incarna la voglia di vincere. Sicuramente i contatti con Conte c’erano già da tempo. Il Napoli viene da una stagione deludente ma Conte si esalta in circostanze simili”.

Quanto deve essere importante il rapporto con il direttore sportivo che deve cercare giocatori funzionali al sistema di gioco del tecnico ed in linea con la politica del club?

“Penso che anche Conte si sia evoluto, cercando calciatori di gamba, giovani. Ha avuto modo di allenare diversi club ed in Paesi diversi. Il Napoli fa bene a perseverare nella politica di giovani talenti, ma con Antonio sarà una giusta miscela, con l’aggiunta di calciatori d’esperienza che possano garantire competitività alla squadra”.

Manna è la figura giusta per il Napoli? In molti hanno sollevato dubbi sulla sua esperienza.

“E’ la scelta giusta. Ha sempre trovato situazioni congeniali, lavorando sui prospetti, ma è normale che far giocare dei giovani è sempre difficile. A volte non sono ritenuti ancora pronti, anche se un po’ dispiace. Forse, anche fisicamente non siamo pronti, rispetto ad altri Paesi, come struttura fisica. Anche la solidità difensiva, tipica del nostro tatticismo, sembra essere lentamente soppiantata in favore di un calcio sicuramente spettacolare”.

L’Under 17 ha trionfato agli Europei, ma i nostri talenti non riescono ad emergere. Cosa manca?

“Ci manca quel passaggio che nelle altre squadre riescono a completare. Sappiamo tutti che giocare con i più grandi aiuta e fa migliorare tanto. Si potrebbe pensare di accorciare di un anno la Primavera. Basti pensare che in altri club, all’estero, ci sono calciatori dell’età delle nostre Primavere che vincono già campionati e Champions”.

Con l’arrivo di Manna, crede ci sia l’intenzione del club di costruire un settore giovanile solido e fruttuoso?

“Me lo auguro. C’è una fucina di giovani importanti, un numero interminabile se guardiamo anche alla Provincia. I giocatori bravi ci sono anche in Italia. Forse, non si gioca più con la palla, in strada, come un tempo. Manca quel talento e la qualità a cui affidare la maglia numero dieci. Ad oggi, qualcuno predilige anche giocare a calcio al cinque. I giocatori brasiliani, d’altronde, nascono anche sulle spiagge. Un ritorno naturale, dunque, dovrebbe puntare alla tecnica”.

A Napoli ci si ricorda di un suo gol, al 96’, con la maglia azzurra, contro il Verona…

“Ringrazio sempre di essere ricordato con tanto affetto anche per quel gol. Prendere quella palla era difficile, a volte si rischia di prenderla male. Era anche l’ultima speranza, la gara era quasi terminata. Era una partita quasi da guerra civile, c’era una grande rivalità tra le tifoserie ed arrivare allo stadio fu difficilissimo. Ricordo gli 80000 del San Paolo”.