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IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Spalletti, un allenatore che risolve problemi con leggerezza"
01.08.2021 10:02 di Redazione Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

È la partita che fa conoscere meglio il nuovo Spalletti. Un italiano liscio e sorridente tutto diverso da Gattuso, un contadino toscano gentile forse troppo, ma distante dall’imbronciato bancario Sarri, a 62 anni si dà uno stile cercato nella lunga inattività. Ecco, l’allenatore che risolve problemi con leggerezza. Lo fa fuori campo quando svicola dal caso Insigne senza lasciarvi le impronte digitali, non drammatizza dopo l’infortunio di Demme che segue quello di Lozano e Mertens, conferma subito l’amichevole fissata a Monaco con il Bayern fresco campione della Bundesliga con 13 punti di vantaggio sul Lipsia, lo affronta poi schierando davanti al terzo portiere Contini solo sei giocatori di prima fila (Manolas, Koulibaly, Mario Rui, Politano. Zielinski, Osimhen) tre indefiniti precari (Malcuit, Lobotka e Elmas) e un ragazzo franco algerino in gita premio all’Allianz come Karin Zedadka, in primavera restituito al Napoli da una Cavese ben lontana dalla società modello di 40 anni fa. Il furbo contadino di Certaldo sa molto di calcio ma anche una più del 34enne Julian Nagelsmann, già in crisi a Monaco. Aspetta che il Bayern, pure con molti giovani ma con Lewandowski e Sané in avanti, giochi il primo tempo con ordinaria superiorità. Ma senza mai ferire. Per la ripresa Nagelsmann cambia otto titolari, Spalletti nessuno. In ventisei minuti del secondo tempo, con il Bayern che sembra smemorato come chi non ritrova più il filo del discorso, Osimhen vola sulla strada maestra tracciata da Spalletti: in velocità e in verticale, senza quel gioco un po’ barocco di passaggi corti e orizzontali con lo scarico al terzo che si inserisce. La micidiale sobrietà della fase offensiva trova in Ounas inconfondibile con il casco color cenere il compagno d’ avventura: due scambi perfetti, come i diagonali di Osimhen, il secondo ancora più interessante perché il nigeriano con chioma dorata slabbra tutta la difesa tedesca, allargandosi a destra per infilare meglio il secondo angolo a sinistra. Probabile che con lo staff di Spalletti ogni tanto curi i fondamentali, non fa mai male sfogliare i libri delle medie. Non è una colpa se tutti e tre i gol sono di interno destro (il terzo di Machach ormai 25enne, peccato) ma è naturale ricordare che al Napoli occorra qualche mancino in più. Mario Rui ha giocato con dignità, ma quel ruolo chiede di essere coperto con un altro difensore sinistro, così come sarà necessario trovare un pilastro in mediana, un incontrista solido e abile come il più maturo capomastro. Per quando si dovrà giocare con squadre tipo Bayern. Al completo, ovvio.

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IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Spalletti, un allenatore che risolve problemi con leggerezza"

di Napoli Magazine

01/08/2024 - 10:02

È la partita che fa conoscere meglio il nuovo Spalletti. Un italiano liscio e sorridente tutto diverso da Gattuso, un contadino toscano gentile forse troppo, ma distante dall’imbronciato bancario Sarri, a 62 anni si dà uno stile cercato nella lunga inattività. Ecco, l’allenatore che risolve problemi con leggerezza. Lo fa fuori campo quando svicola dal caso Insigne senza lasciarvi le impronte digitali, non drammatizza dopo l’infortunio di Demme che segue quello di Lozano e Mertens, conferma subito l’amichevole fissata a Monaco con il Bayern fresco campione della Bundesliga con 13 punti di vantaggio sul Lipsia, lo affronta poi schierando davanti al terzo portiere Contini solo sei giocatori di prima fila (Manolas, Koulibaly, Mario Rui, Politano. Zielinski, Osimhen) tre indefiniti precari (Malcuit, Lobotka e Elmas) e un ragazzo franco algerino in gita premio all’Allianz come Karin Zedadka, in primavera restituito al Napoli da una Cavese ben lontana dalla società modello di 40 anni fa. Il furbo contadino di Certaldo sa molto di calcio ma anche una più del 34enne Julian Nagelsmann, già in crisi a Monaco. Aspetta che il Bayern, pure con molti giovani ma con Lewandowski e Sané in avanti, giochi il primo tempo con ordinaria superiorità. Ma senza mai ferire. Per la ripresa Nagelsmann cambia otto titolari, Spalletti nessuno. In ventisei minuti del secondo tempo, con il Bayern che sembra smemorato come chi non ritrova più il filo del discorso, Osimhen vola sulla strada maestra tracciata da Spalletti: in velocità e in verticale, senza quel gioco un po’ barocco di passaggi corti e orizzontali con lo scarico al terzo che si inserisce. La micidiale sobrietà della fase offensiva trova in Ounas inconfondibile con il casco color cenere il compagno d’ avventura: due scambi perfetti, come i diagonali di Osimhen, il secondo ancora più interessante perché il nigeriano con chioma dorata slabbra tutta la difesa tedesca, allargandosi a destra per infilare meglio il secondo angolo a sinistra. Probabile che con lo staff di Spalletti ogni tanto curi i fondamentali, non fa mai male sfogliare i libri delle medie. Non è una colpa se tutti e tre i gol sono di interno destro (il terzo di Machach ormai 25enne, peccato) ma è naturale ricordare che al Napoli occorra qualche mancino in più. Mario Rui ha giocato con dignità, ma quel ruolo chiede di essere coperto con un altro difensore sinistro, così come sarà necessario trovare un pilastro in mediana, un incontrista solido e abile come il più maturo capomastro. Per quando si dovrà giocare con squadre tipo Bayern. Al completo, ovvio.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica