Senza la qualità dei suoi uomini migliori il Milan di Fonseca rende la vita facile al Napoli e non riesce a fare quanto gli uomini di Conte fanno a San Siro, sfruttare gli errori. Buongiorno e Gilmour l'avevano apparecchiata a Musah nella prima frazione, la dormita dello stesso Buongiorno su Morata poteva anch'essa essere la chiave per svoltare il match, non fosse stato per l'offside dello spagnolo. Ma nulla di ciò è stato trasformato da un Milan sprecone, senza soluzioni e con poca qualità dei suoi uomini. Le statistiche, che lasciano sempre il tempo che trovano, dicono di un 60% di possesso palla dei rossoneri e 13 tiri, di cui solo 5 nello specchio e zero gol. Poche occasioni nitide capaci di impensierire Meret. Troppo poco per un allenatore che nel pre partita aveva presentato la sfida come "importante, ma non decisiva", per una squadra che però ha l'obiettivo chiaro di lottare per lo scudetto. E intanto per trovare un Milan con un avvio di stagione peggiore di questo bisogna andare indietro di cinque anni, a quello di Giampaolo e che fu poi di Pioli, con 7 sconfitte in 12 gare (oggi sono 5 in altrettante).
La scelta di Okafor al posto di Leao non premia, l'ingresso tardivo del portoghese fa il resto e se ci si mette in più anche la forzatura di far giocare un Pulisic non in forma (in panchina per uno stato influenzale) si capisce il vero problema: in casa Milan, a differenza di quanto vuol pensare Fonseca, non sono "tutti uguali". Non un Milan brutto, ripetiamo, quello visto col Napoli, ma in chiara difficoltà. E il risultato, che è quello che fa da padrone ai fini della classifica e premia a fine campionato, riconsegna al popolo rossonero una squadra che arranca e subisce troppo, incapace di mettere una pezza nelle perdite degli altri reparti e assente quando i suoi big sono fermi.
di Napoli Magazine
30/10/2024 - 09:19
Senza la qualità dei suoi uomini migliori il Milan di Fonseca rende la vita facile al Napoli e non riesce a fare quanto gli uomini di Conte fanno a San Siro, sfruttare gli errori. Buongiorno e Gilmour l'avevano apparecchiata a Musah nella prima frazione, la dormita dello stesso Buongiorno su Morata poteva anch'essa essere la chiave per svoltare il match, non fosse stato per l'offside dello spagnolo. Ma nulla di ciò è stato trasformato da un Milan sprecone, senza soluzioni e con poca qualità dei suoi uomini. Le statistiche, che lasciano sempre il tempo che trovano, dicono di un 60% di possesso palla dei rossoneri e 13 tiri, di cui solo 5 nello specchio e zero gol. Poche occasioni nitide capaci di impensierire Meret. Troppo poco per un allenatore che nel pre partita aveva presentato la sfida come "importante, ma non decisiva", per una squadra che però ha l'obiettivo chiaro di lottare per lo scudetto. E intanto per trovare un Milan con un avvio di stagione peggiore di questo bisogna andare indietro di cinque anni, a quello di Giampaolo e che fu poi di Pioli, con 7 sconfitte in 12 gare (oggi sono 5 in altrettante).
La scelta di Okafor al posto di Leao non premia, l'ingresso tardivo del portoghese fa il resto e se ci si mette in più anche la forzatura di far giocare un Pulisic non in forma (in panchina per uno stato influenzale) si capisce il vero problema: in casa Milan, a differenza di quanto vuol pensare Fonseca, non sono "tutti uguali". Non un Milan brutto, ripetiamo, quello visto col Napoli, ma in chiara difficoltà. E il risultato, che è quello che fa da padrone ai fini della classifica e premia a fine campionato, riconsegna al popolo rossonero una squadra che arranca e subisce troppo, incapace di mettere una pezza nelle perdite degli altri reparti e assente quando i suoi big sono fermi.