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PIPITA - Higuain: "La Juve mi ha cacciato, voglio vincere col Milan, i tifosi del Napoli mi hanno amato, ora mi odiano, un giorno racconterò, ADL? No, ma è colpa di tutti noi, non sua... Sarri è l'allenatore che mi ha dato di più"
18.10.2018 11:03 di Redazione

NAPOLI - L'ex azzurro Gonzalo Higuain, ora in forza al Milan, ha rilascaito un'intervista a La Gazzetta dello Sport: 


Higuain, la dirigenza rossonera ha detto che il lasso di tempo per tornare a vincere si assesta sui tre anni.
“Io sono qui ora e penso a vincere quest’anno, non posso aspettarne tre. Dobbiamo avere la consapevolezza di poter vincere qualcosa già in questa stagione, perché il Milan ha i mezzi per riuscirci. E se non ce la faremo, vedremo la prossima. Però dobbiamo far capire ai tifosi che siamo in grado di fare una bella annata”.

Parole da leader. Lei ha avuto un ingresso trionfale nello spogliatoio.
“Un approccio bellissimo, è vero. Sono solo dispiaciuto per la classifica perché meriteremmo di stare più in alto, ma per il resto mi sento in un momento buonissimo della mia vita sia a livello mentale che professionale. Mi sento ringiovanito. Gattuso mi piace da matti, ti guarda in faccia e ti trasmette il suo amore per il calcio”.


Il suo passato è la Juve. Possiamo dire che la situazione ha preso una brutta piega dalla finale di Coppa Italia in poi?
“Dentro di me quel giorno ho avuto la sensazione che sì, forse sapevo che si era rotto qualcosa. E poi hanno preso Ronaldo. La decisione di andare via non è mia. Ho dato tutto per la Juve, ho vinto diversi titoli, dopo di che è arrivato Cristiano, il club voleva fare un salto di qualità e mi hanno detto che non potevo restare e che stavano provando a cercare una soluzione. La soluzione migliore è stata il Milan”.


Ha sentimenti di rivalsa nei confronti del club bianconero?
“No, nessuno. Il mio è un sentimento di affetto perché mi hanno trattato benissimo. Compagni e tifoseria mi hanno dato un affetto enorme. Però non ho chiesto io di andare via. Praticamente, lo dicono tutti, mi hanno cacciato. Al Milan ho avuto da subito un amore grandissimo e così mi hanno convinto”.


Parliamo di Inter, ora. Domenica dall’altra parte ci sarà Icardi. Forse ne ha già sentito parlare.
“Veramente qui non stiamo giocando a tennis, ma a calcio. Undici contro undici, non centravanti contro centravanti. Vincono le squadre, non i giocatori. Lui comunque sta facendo bene da diversi anni, ha segnato tanti gol, è giovane e ha margini di crescita. Dipende da lui continuare così. Gli auguro il meglio”.


Gli porterebbe via qualcosa?
“L’abilità nel colpo di testa e le tempistiche in area: è un assassino”.


In pura teoria, la vostra potrebbe essere una coppia compatibile?
“Direi di sì, anche perché per me non è un problema giocare con un altro attaccante. In carriera ho avuto accanto tantissimi centravanti, mi adatto a tutto come gli altri si devono adattare a me”.


Avete rapporti fuori dal campo? Vi capita di parlare?
“No, non parliamo”.
 

"Il derby? Sarà bello giocarlo, ma stiamo vivendo l'attesa con tranquillità, mi ricorda quello di Madrid. E poi giocare a San Siro è bellissimo, e posso dirlo... da avversario. Io cerco sempre di fare il massimo, ma devo dire grazie a un allenatore capace di esprimere il calcio che piace a me. Con Gattuso si percepisce che c'è qualcosa di diverso: lo senti quanto ama il calcio, sta provando a farmi tirare fuori il meglio, e non pensate che siano tanti gli allenatori così. Ha ragione Romagnoli, la squadra morirebbe per seguirlo. Quale allenatore mi ha dato di più? Si tratta di Sarri, senza dubbio. Ma Gattuso non è così diverso da lui. Entrambi hanno una voglia matta di vincere da morire, e sono contento di essere qui al Milan, perché oltre al progetto mi hanno cercato con molta convinzione. Al Chelsea mi voleva solo una persona: Sarri, appunto. Qui è diverso. Rapporto deteriorato con De Laurentiis? No ma è colpa di tutti noi, non sua... Lavezzi si è lasciato male, Cavani idem, con Sarri in panchina è stato contattato un altro allenatore, e con me si è preso 94 milioni. Tutti hanno problemi con lui e la gente insulta gli altri. Io con i tifosi del Napoli non ho nulla da dire di negativo, sono stati tre anni bellissimi. Mi hanno amato e ora mi odiano. Un giorno racconterò quello che penso, ora non posso. L'addio alla Juventus? Dopo la Coppa Italia si vedeva che era cambiato qualcosa. Poi arrivò Ronaldo e mi dissero che stavano cercando una soluzione per me. Il Milan è stata la scelta migliore, ma non ho alcun sentimento negativo nei confronti della Juve: ho vinto diversi titoli e Allegri mi ha insegnato alcune cose molto importanti, come aiutare la squadra a difendersi. Il derby? Sarà stimolante avere di fronte avversari come Skriniar e De Vrji, sono difensori tosti. Icardi? È un assassino in area di rigore, ha un grande gioco di testa, ma questo è calcio, non tennis: non siamo attaccante contro attaccante, ma undici contro undici. Cosa vorrà fare il Milan? Per lo scudetto ci manca ancora qualcosa, se non siamo attaccati alla Juventus è solo colpa nostra. Ma Europa League e Coppa Italia, che sono più brevi, dobbiamo provare a vincerle. Ora però la testa è solo all'Inter e a quella vittoria. Sarebbe bello essere come Shevchenko e Inzaghi che hanno segnato al loro primo derby. Ibrahimovic? Bisogna chiedere alla società. Ma a me piace giocare con i grandi giocatori. E lui lo è".

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PIPITA - Higuain: "La Juve mi ha cacciato, voglio vincere col Milan, i tifosi del Napoli mi hanno amato, ora mi odiano, un giorno racconterò, ADL? No, ma è colpa di tutti noi, non sua... Sarri è l'allenatore che mi ha dato di più"

di Napoli Magazine

18/10/2018 - 11:03

NAPOLI - L'ex azzurro Gonzalo Higuain, ora in forza al Milan, ha rilascaito un'intervista a La Gazzetta dello Sport: 


Higuain, la dirigenza rossonera ha detto che il lasso di tempo per tornare a vincere si assesta sui tre anni.
“Io sono qui ora e penso a vincere quest’anno, non posso aspettarne tre. Dobbiamo avere la consapevolezza di poter vincere qualcosa già in questa stagione, perché il Milan ha i mezzi per riuscirci. E se non ce la faremo, vedremo la prossima. Però dobbiamo far capire ai tifosi che siamo in grado di fare una bella annata”.

Parole da leader. Lei ha avuto un ingresso trionfale nello spogliatoio.
“Un approccio bellissimo, è vero. Sono solo dispiaciuto per la classifica perché meriteremmo di stare più in alto, ma per il resto mi sento in un momento buonissimo della mia vita sia a livello mentale che professionale. Mi sento ringiovanito. Gattuso mi piace da matti, ti guarda in faccia e ti trasmette il suo amore per il calcio”.


Il suo passato è la Juve. Possiamo dire che la situazione ha preso una brutta piega dalla finale di Coppa Italia in poi?
“Dentro di me quel giorno ho avuto la sensazione che sì, forse sapevo che si era rotto qualcosa. E poi hanno preso Ronaldo. La decisione di andare via non è mia. Ho dato tutto per la Juve, ho vinto diversi titoli, dopo di che è arrivato Cristiano, il club voleva fare un salto di qualità e mi hanno detto che non potevo restare e che stavano provando a cercare una soluzione. La soluzione migliore è stata il Milan”.


Ha sentimenti di rivalsa nei confronti del club bianconero?
“No, nessuno. Il mio è un sentimento di affetto perché mi hanno trattato benissimo. Compagni e tifoseria mi hanno dato un affetto enorme. Però non ho chiesto io di andare via. Praticamente, lo dicono tutti, mi hanno cacciato. Al Milan ho avuto da subito un amore grandissimo e così mi hanno convinto”.


Parliamo di Inter, ora. Domenica dall’altra parte ci sarà Icardi. Forse ne ha già sentito parlare.
“Veramente qui non stiamo giocando a tennis, ma a calcio. Undici contro undici, non centravanti contro centravanti. Vincono le squadre, non i giocatori. Lui comunque sta facendo bene da diversi anni, ha segnato tanti gol, è giovane e ha margini di crescita. Dipende da lui continuare così. Gli auguro il meglio”.


Gli porterebbe via qualcosa?
“L’abilità nel colpo di testa e le tempistiche in area: è un assassino”.


In pura teoria, la vostra potrebbe essere una coppia compatibile?
“Direi di sì, anche perché per me non è un problema giocare con un altro attaccante. In carriera ho avuto accanto tantissimi centravanti, mi adatto a tutto come gli altri si devono adattare a me”.


Avete rapporti fuori dal campo? Vi capita di parlare?
“No, non parliamo”.
 

"Il derby? Sarà bello giocarlo, ma stiamo vivendo l'attesa con tranquillità, mi ricorda quello di Madrid. E poi giocare a San Siro è bellissimo, e posso dirlo... da avversario. Io cerco sempre di fare il massimo, ma devo dire grazie a un allenatore capace di esprimere il calcio che piace a me. Con Gattuso si percepisce che c'è qualcosa di diverso: lo senti quanto ama il calcio, sta provando a farmi tirare fuori il meglio, e non pensate che siano tanti gli allenatori così. Ha ragione Romagnoli, la squadra morirebbe per seguirlo. Quale allenatore mi ha dato di più? Si tratta di Sarri, senza dubbio. Ma Gattuso non è così diverso da lui. Entrambi hanno una voglia matta di vincere da morire, e sono contento di essere qui al Milan, perché oltre al progetto mi hanno cercato con molta convinzione. Al Chelsea mi voleva solo una persona: Sarri, appunto. Qui è diverso. Rapporto deteriorato con De Laurentiis? No ma è colpa di tutti noi, non sua... Lavezzi si è lasciato male, Cavani idem, con Sarri in panchina è stato contattato un altro allenatore, e con me si è preso 94 milioni. Tutti hanno problemi con lui e la gente insulta gli altri. Io con i tifosi del Napoli non ho nulla da dire di negativo, sono stati tre anni bellissimi. Mi hanno amato e ora mi odiano. Un giorno racconterò quello che penso, ora non posso. L'addio alla Juventus? Dopo la Coppa Italia si vedeva che era cambiato qualcosa. Poi arrivò Ronaldo e mi dissero che stavano cercando una soluzione per me. Il Milan è stata la scelta migliore, ma non ho alcun sentimento negativo nei confronti della Juve: ho vinto diversi titoli e Allegri mi ha insegnato alcune cose molto importanti, come aiutare la squadra a difendersi. Il derby? Sarà stimolante avere di fronte avversari come Skriniar e De Vrji, sono difensori tosti. Icardi? È un assassino in area di rigore, ha un grande gioco di testa, ma questo è calcio, non tennis: non siamo attaccante contro attaccante, ma undici contro undici. Cosa vorrà fare il Milan? Per lo scudetto ci manca ancora qualcosa, se non siamo attaccati alla Juventus è solo colpa nostra. Ma Europa League e Coppa Italia, che sono più brevi, dobbiamo provare a vincerle. Ora però la testa è solo all'Inter e a quella vittoria. Sarebbe bello essere come Shevchenko e Inzaghi che hanno segnato al loro primo derby. Ibrahimovic? Bisogna chiedere alla società. Ma a me piace giocare con i grandi giocatori. E lui lo è".