Nel corso del programma “This is me“, programma in onda su Canale 5, è intervenuto il Senior Advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic.
Tanti i temi trattati dallo svedese: “L’addio al calcio? È stato un giorno molto speciale perché il giorno prima mi spiegarono il programma, ma io dissi “Non voglio sapere niente”, mi devono uscire emozioni spontanee. Non era facile. Prima di decidere di smettere avevo paura, perché ho sempre giocato a calcio, ma ho accettato. Sono fortunato con i tifosi del Milan, perché mi hanno accolto la prima volta con felicità, poi con amore. L’ultimo scudetto vinto è stato il più soddisfacente della mia carriera. Poi mi hanno messo in difficoltà anche i miei ex compagni, perché quando ero in mezzo al campo per parlare speravo di trovare forza da loro ma iniziarono a piangere. Poi cercai di trovare forza da mia moglie, che anche lei piangeva. Allora ultima chance i tifosi che anche loro piangevano, e quindi è uscito tutto dal cuore”.
Sarai milanista per sempre: “Per sempre. Perché quello che il Milan mi ha dato non lo dimenticherò mai. Mi hanno dato felicità. La seconda volta solo amore, perché era in una situazione che non era avere ma dare. Giocavo con giocatori 20 anni più giovani di me. Mi manca l’adrenalina in campo, però dopo che hai accettato provi a trovare altra adrenalina ma non sarà mai uguale. L’ultimo scudetto con il Milan il più soddisfacente della mia carriera”.
I tuoi figli giocano a calcio? “Si, ovvio non è facile per loro, ma hanno un po’ questa mentalità che sono più forti di me, di già. Può aiutare, per il mio ego dico impossibile, ma l’importante è che stanno bene, in salute lo fanno per se stessi, non per me”.
Hai vissuto anche episodi di razzismo? “Mi ricordo. In 50mila urlavano “Sei uno zingaro” dopo il gol. Faccio finta di non sentire perché ne volevo ancora di più, perché così mi caricavano. Quando ero in campo e mi arrivava odio facevo ancora di più, perché mi serviva stimolo. Poi quando il pubblico ha cominciato a farlo pensavo in testa “Più forte, più forte, più forte”. Poi l’arbitro ha ammonito me, cosa che non capisco. Attaccano me, però non era la prima volta che mi succedeva. Se devi guardare il razzismo devi guardare tutto il pacchetto, non solo a una parte perché fa più effetto rispetto a un’altra”.
Cosa dici a chi hai un carattere duro? “Se mi conosci ho un cuore davvero grande, ed è difficile entrarvi”.
di Redazione
15/10/2025 - 23:32
Nel corso del programma “This is me“, programma in onda su Canale 5, è intervenuto il Senior Advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic.
Tanti i temi trattati dallo svedese: “L’addio al calcio? È stato un giorno molto speciale perché il giorno prima mi spiegarono il programma, ma io dissi “Non voglio sapere niente”, mi devono uscire emozioni spontanee. Non era facile. Prima di decidere di smettere avevo paura, perché ho sempre giocato a calcio, ma ho accettato. Sono fortunato con i tifosi del Milan, perché mi hanno accolto la prima volta con felicità, poi con amore. L’ultimo scudetto vinto è stato il più soddisfacente della mia carriera. Poi mi hanno messo in difficoltà anche i miei ex compagni, perché quando ero in mezzo al campo per parlare speravo di trovare forza da loro ma iniziarono a piangere. Poi cercai di trovare forza da mia moglie, che anche lei piangeva. Allora ultima chance i tifosi che anche loro piangevano, e quindi è uscito tutto dal cuore”.
Sarai milanista per sempre: “Per sempre. Perché quello che il Milan mi ha dato non lo dimenticherò mai. Mi hanno dato felicità. La seconda volta solo amore, perché era in una situazione che non era avere ma dare. Giocavo con giocatori 20 anni più giovani di me. Mi manca l’adrenalina in campo, però dopo che hai accettato provi a trovare altra adrenalina ma non sarà mai uguale. L’ultimo scudetto con il Milan il più soddisfacente della mia carriera”.
I tuoi figli giocano a calcio? “Si, ovvio non è facile per loro, ma hanno un po’ questa mentalità che sono più forti di me, di già. Può aiutare, per il mio ego dico impossibile, ma l’importante è che stanno bene, in salute lo fanno per se stessi, non per me”.
Hai vissuto anche episodi di razzismo? “Mi ricordo. In 50mila urlavano “Sei uno zingaro” dopo il gol. Faccio finta di non sentire perché ne volevo ancora di più, perché così mi caricavano. Quando ero in campo e mi arrivava odio facevo ancora di più, perché mi serviva stimolo. Poi quando il pubblico ha cominciato a farlo pensavo in testa “Più forte, più forte, più forte”. Poi l’arbitro ha ammonito me, cosa che non capisco. Attaccano me, però non era la prima volta che mi succedeva. Se devi guardare il razzismo devi guardare tutto il pacchetto, non solo a una parte perché fa più effetto rispetto a un’altra”.
Cosa dici a chi hai un carattere duro? “Se mi conosci ho un cuore davvero grande, ed è difficile entrarvi”.