L'Editoriale
1 STATION - Petrazzuolo: "Milan-Napoli? Victor Osimhen ha una voglia matta di essere in campo, è troppo importante per i compagni, sulla destra scelgo "Polizano"
10.04.2023 13:50 di Redazione

NAPOLI - A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine":

 

Giudizio sulla vittoria contro il Lecce?

 

“Una vittoria di carattere, e soprattutto maturità. Non era un risultato scontato, con l’obiettivo del tricolore che esige ancora dei successi da parte della squadra. Fa piacere vedere la squadra reagire, come fatto a Lecce. Vanno, tuttavia, registrate ancora delle disattenzioni in fase difensiva, come nel caso della realizzazione di Di Francesco”.

 

Può essere stata, quella di Lecce, la vittoria definitiva per scacciare i fantasmi, anche in caso di restituzione dei punti alla Juventus?

 

“Lo scatto mentale di Spalletti sta tutto nella frase ’mancano cinque vittorie, e le conquisteremo tutte’. E’ un segnale importante, che lascia intendere come il Napoli non voglia lasciarsi scappare un traguardo ormai in pugno. Una vittoria che scaccia le nubi, soprattutto in virtù di una reazione che, tra gli azzurri, era mancata dopo ogni gol realizzato dai rossoneri. Il Napoli, invece, dimostra carattere, e raccoglie tre punti fondamentali per la conquista del tricolore. I partenopei hanno saputo fare gruppo, ed avvalendosi della vera forza della squadra, quale la coesione. La squadra dovrà continuare in questo percorso, potendo trarre beneficio dalle balbuzie di risultato delle inseguitrici”.

 

In che zona di campo si vince Milan-Napoli?

 

“Anzitutto con Victor Osimhen in campo. Il nigeriano ha una voglia matta di giocare la sfida di San Siro, e voleva essere presente già a Lecce. Osimhen è una chiave tattica importante per i suoi compagni. A Lecce si sono visti tanti lanci che il nove azzurro avrebbe saputo sfruttare al meglio. In tal senso, non mi preoccupa la prestazione di Raspadori, alle prese con il rientro dal recente infortunio. Quella di San Siro, però, è una sfida che si vince a centrocampo, con gli anticipi di Kim, la fantasia di Kvara e la guida di Spalletti. Non soltanto il singolo, ma con un ventaglio di soluzioni”.

 

Anche Anguissa sarà, dunque, fondamentale?

 

“Anguissa è sembrato in fase di rodaggio a Lecce. Ha spesso cercato la linea difensiva, piuttosto che il passaggio offensivo. È un giocatore prezioso, come tutti i suoi compagni. Il Napoli ha tutto per arrivare in fondo anche in Champions. Sarebbe l’euforia di una stagione già storica, e che nessuno avrebbe potuto pronosticare”.

 

Per la sfida contro i rossoneri vedrebbe meglio Rui o Olivera?

 

“Il portoghese è un regista aggiunto, che riesce a dettare anche i movimenti di Kvara e ad alternarsi con Zielinski. È un giocatore a cui rinuncerei difficilmente, anche se Olivera ha sempre saputo trovarsi pronto quando chiamato in causa. È una scelta che dipenderà dalle considerazioni tattiche del tecnico, soprattutto in base a quella che potrà essere una partita fisica o offensiva dei partenopei”.

 

Quale è la situazione del tifo organizzato?

 

“Di attesa. Si susseguono volantini e messaggi. È chiaro che tutti speriamo in un tifo che possa sostenere la squadra, come soltanto i tifosi azzurri sanno fare. Il sostengo delle curve, sia in casa che in trasferta, è fondamentale. L’immagine di Anguissa sotto il settore ospiti è emblematica di un bisogno di sentire il pubblico al proprio fianco. Il silenzio spettrale contro i rossoneri è qualcosa che non vorrei rivedere”.

 

Nel suo undici ideale del terzo scudetto chi schiererebbe tra Politano e Lozano?

 

“Ho un rapporto che mi lega ad entrambi, scegliendo uno rischio di offendere l’altro. Dunque, scelgo Polizano. Il messicano ha vissuto un difficile ambientamento, ma ora sta benissimo in squadra ed in città. Lozano, infatti, ha spesso condiviso i nostri video sui preparativi per la festa Scudetto, dimostrando piena integrazione nell’ambiente. Anche Politano può dire lo stesso, essendo partecipe di quel che la città vive”.

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1 STATION - Petrazzuolo: "Milan-Napoli? Victor Osimhen ha una voglia matta di essere in campo, è troppo importante per i compagni, sulla destra scelgo "Polizano"

di Napoli Magazine

10/04/2024 - 13:50

NAPOLI - A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine":

 

Giudizio sulla vittoria contro il Lecce?

 

“Una vittoria di carattere, e soprattutto maturità. Non era un risultato scontato, con l’obiettivo del tricolore che esige ancora dei successi da parte della squadra. Fa piacere vedere la squadra reagire, come fatto a Lecce. Vanno, tuttavia, registrate ancora delle disattenzioni in fase difensiva, come nel caso della realizzazione di Di Francesco”.

 

Può essere stata, quella di Lecce, la vittoria definitiva per scacciare i fantasmi, anche in caso di restituzione dei punti alla Juventus?

 

“Lo scatto mentale di Spalletti sta tutto nella frase ’mancano cinque vittorie, e le conquisteremo tutte’. E’ un segnale importante, che lascia intendere come il Napoli non voglia lasciarsi scappare un traguardo ormai in pugno. Una vittoria che scaccia le nubi, soprattutto in virtù di una reazione che, tra gli azzurri, era mancata dopo ogni gol realizzato dai rossoneri. Il Napoli, invece, dimostra carattere, e raccoglie tre punti fondamentali per la conquista del tricolore. I partenopei hanno saputo fare gruppo, ed avvalendosi della vera forza della squadra, quale la coesione. La squadra dovrà continuare in questo percorso, potendo trarre beneficio dalle balbuzie di risultato delle inseguitrici”.

 

In che zona di campo si vince Milan-Napoli?

 

“Anzitutto con Victor Osimhen in campo. Il nigeriano ha una voglia matta di giocare la sfida di San Siro, e voleva essere presente già a Lecce. Osimhen è una chiave tattica importante per i suoi compagni. A Lecce si sono visti tanti lanci che il nove azzurro avrebbe saputo sfruttare al meglio. In tal senso, non mi preoccupa la prestazione di Raspadori, alle prese con il rientro dal recente infortunio. Quella di San Siro, però, è una sfida che si vince a centrocampo, con gli anticipi di Kim, la fantasia di Kvara e la guida di Spalletti. Non soltanto il singolo, ma con un ventaglio di soluzioni”.

 

Anche Anguissa sarà, dunque, fondamentale?

 

“Anguissa è sembrato in fase di rodaggio a Lecce. Ha spesso cercato la linea difensiva, piuttosto che il passaggio offensivo. È un giocatore prezioso, come tutti i suoi compagni. Il Napoli ha tutto per arrivare in fondo anche in Champions. Sarebbe l’euforia di una stagione già storica, e che nessuno avrebbe potuto pronosticare”.

 

Per la sfida contro i rossoneri vedrebbe meglio Rui o Olivera?

 

“Il portoghese è un regista aggiunto, che riesce a dettare anche i movimenti di Kvara e ad alternarsi con Zielinski. È un giocatore a cui rinuncerei difficilmente, anche se Olivera ha sempre saputo trovarsi pronto quando chiamato in causa. È una scelta che dipenderà dalle considerazioni tattiche del tecnico, soprattutto in base a quella che potrà essere una partita fisica o offensiva dei partenopei”.

 

Quale è la situazione del tifo organizzato?

 

“Di attesa. Si susseguono volantini e messaggi. È chiaro che tutti speriamo in un tifo che possa sostenere la squadra, come soltanto i tifosi azzurri sanno fare. Il sostengo delle curve, sia in casa che in trasferta, è fondamentale. L’immagine di Anguissa sotto il settore ospiti è emblematica di un bisogno di sentire il pubblico al proprio fianco. Il silenzio spettrale contro i rossoneri è qualcosa che non vorrei rivedere”.

 

Nel suo undici ideale del terzo scudetto chi schiererebbe tra Politano e Lozano?

 

“Ho un rapporto che mi lega ad entrambi, scegliendo uno rischio di offendere l’altro. Dunque, scelgo Polizano. Il messicano ha vissuto un difficile ambientamento, ma ora sta benissimo in squadra ed in città. Lozano, infatti, ha spesso condiviso i nostri video sui preparativi per la festa Scudetto, dimostrando piena integrazione nell’ambiente. Anche Politano può dire lo stesso, essendo partecipe di quel che la città vive”.