L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Non sarà un Dia a guastare l'immensa festa del Popolo di D10S"
01.05.2023 23:55 di Redazione

NAPOLI - Non sarà un eurogol di Dia, seppur all'84°, con una traiettoria da videogame imprendibile per Meret, quando tutto il Maradona, e il mondo azzurro collegato, già assaporava l'ormai prossima esplosione di gioia grazie alla bella rete siglata da Mathias Olivera, a guastare l'immensa festa del Popolo di D10S. L'uruguaiano e' stato certamente l'uomo azzurro della partita contro la Salernitana, tant'e' che non appena e' uscito dal campo (salvaguardato da Spalletti perche' ammonito) dal suo lato e' arrivata la rete del definitivo pareggio. A caldo tanta amarezza, bile alle stelle, ma nulla di irrimediabile: se la Lazio mercoledì non vince con il Sassuolo (quindi se pareggia o perde), il Napoli sarà campione d’Italia a prescindere dalla gara di Udine (ancor prima di giocarla giovedì). Se invece la Lazio batte il Sassuolo, al Napoli basta un pareggio a Udine per laurearsi campione con 5 giornate di anticipo. C'è quindi il "rischio" di vincere (stavolta) lo Scudetto in albergo. Corsi e ricorsi storici. La delusione, in questa ottica, si affievolisce. Osimhen non e' difensore, come pure Juan Jesus non e' un esterno, forse il brasiliano al posto di Kim o Rrahmani (per regalargli comunque gli onori della cronaca) avrebbe reso meglio, e probabilmente con un esterno di ruolo come Zedadka non sarebbe arrivata la beffa finale, come poi ammesso dallo stesso Spalletti in sala stampa: "Abbiamo preso un gol un pò da ingenui, bisognava marcare Dia con maggiore convinzione", parole piu' che condivisibili. Considerando tutto cio' che stava accadendo intorno, si e' regalata una piccola gioia ai tifosi delle altre squadre, a Sarri che aveva auspicato un Napoli in festa il piu' tardi possibile, ad Allegri ancora nervoso per la sconfitta interna allo Stadium, e ai tanti altri che speravano in un mezzo passo falso degli azzuri per una magra consolazione della domenica. A Salerno, comunque, si è gioito per il pareggio come per un trionfo in finale di Champions: fuochi d'artificio, fumogeni, tecnico e squadra applauditi tra lacrime di commozione. Va bene la sportivita', ma l'ardore sfoderato dagli uomini di Paulo Sousa, re delle barricate a Fuorigrotta, con tutta la formazione costantemente dietro la linea della palla, avrebbe consegnato ai granata una classifica europea se solo fossero stati cosi' per tutta la stagione (periodo di Nicola incluso). La mezza gloria concessa agli avversari del Napoli sbatte pero' il muso contro i granelli di sabbia che scorrono nella clessidra del tempo partenopeo. Anche mentre sto scrivendo manca sempre meno all'ufficialita' del terzo scudetto all'ombra del Vesuvio. Bisogna farsene una ragione. Non sarà certamente un momento meno brillante del solito per Osimhen e Kvara, come pure per Zielinski, a distrarre il gruppo ad un piede dal traguardo: forse in tal senso qualche minuto in piu' per Raspadori, Simeone ed Elmas sarebbe stato opportuno concederglielo. La manovra del gioco, comunque, in alcuni frangenti, dopo le fiammate iniziali, si e' troppo accontentata di un possesso palla estenuante senza arrivare alla finalizzazione. Al di la' dei calcoli aritmetici, è bene dunque ribadire in maniera del tutto asettica che resta un soffio di vento per proseguire le danze in giacca e cravatta. E poi, come per il primo tricolore, sarà nuovamente tutta 'nata storia perchè, sentimentalmente, per tutti i maradoniani avrà un significato ancora più bello poter esplodere definitivamente di gioia, dopo il lungo corteggiamento riuscito, condito da tanti baci, gara dopo gara, al chiar di luna con il Vesuvio a fare da cornice, un istante prima di aver potuto finalmente sussurrare all'orecchio della propria dolce metà appena conquistata: "E mmè diciste sì 'na sera 'e maggio!".

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
ULTIMISSIME L'EDITORIALE
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Non sarà un Dia a guastare l'immensa festa del Popolo di D10S"

di Napoli Magazine

01/05/2024 - 23:55

NAPOLI - Non sarà un eurogol di Dia, seppur all'84°, con una traiettoria da videogame imprendibile per Meret, quando tutto il Maradona, e il mondo azzurro collegato, già assaporava l'ormai prossima esplosione di gioia grazie alla bella rete siglata da Mathias Olivera, a guastare l'immensa festa del Popolo di D10S. L'uruguaiano e' stato certamente l'uomo azzurro della partita contro la Salernitana, tant'e' che non appena e' uscito dal campo (salvaguardato da Spalletti perche' ammonito) dal suo lato e' arrivata la rete del definitivo pareggio. A caldo tanta amarezza, bile alle stelle, ma nulla di irrimediabile: se la Lazio mercoledì non vince con il Sassuolo (quindi se pareggia o perde), il Napoli sarà campione d’Italia a prescindere dalla gara di Udine (ancor prima di giocarla giovedì). Se invece la Lazio batte il Sassuolo, al Napoli basta un pareggio a Udine per laurearsi campione con 5 giornate di anticipo. C'è quindi il "rischio" di vincere (stavolta) lo Scudetto in albergo. Corsi e ricorsi storici. La delusione, in questa ottica, si affievolisce. Osimhen non e' difensore, come pure Juan Jesus non e' un esterno, forse il brasiliano al posto di Kim o Rrahmani (per regalargli comunque gli onori della cronaca) avrebbe reso meglio, e probabilmente con un esterno di ruolo come Zedadka non sarebbe arrivata la beffa finale, come poi ammesso dallo stesso Spalletti in sala stampa: "Abbiamo preso un gol un pò da ingenui, bisognava marcare Dia con maggiore convinzione", parole piu' che condivisibili. Considerando tutto cio' che stava accadendo intorno, si e' regalata una piccola gioia ai tifosi delle altre squadre, a Sarri che aveva auspicato un Napoli in festa il piu' tardi possibile, ad Allegri ancora nervoso per la sconfitta interna allo Stadium, e ai tanti altri che speravano in un mezzo passo falso degli azzuri per una magra consolazione della domenica. A Salerno, comunque, si è gioito per il pareggio come per un trionfo in finale di Champions: fuochi d'artificio, fumogeni, tecnico e squadra applauditi tra lacrime di commozione. Va bene la sportivita', ma l'ardore sfoderato dagli uomini di Paulo Sousa, re delle barricate a Fuorigrotta, con tutta la formazione costantemente dietro la linea della palla, avrebbe consegnato ai granata una classifica europea se solo fossero stati cosi' per tutta la stagione (periodo di Nicola incluso). La mezza gloria concessa agli avversari del Napoli sbatte pero' il muso contro i granelli di sabbia che scorrono nella clessidra del tempo partenopeo. Anche mentre sto scrivendo manca sempre meno all'ufficialita' del terzo scudetto all'ombra del Vesuvio. Bisogna farsene una ragione. Non sarà certamente un momento meno brillante del solito per Osimhen e Kvara, come pure per Zielinski, a distrarre il gruppo ad un piede dal traguardo: forse in tal senso qualche minuto in piu' per Raspadori, Simeone ed Elmas sarebbe stato opportuno concederglielo. La manovra del gioco, comunque, in alcuni frangenti, dopo le fiammate iniziali, si e' troppo accontentata di un possesso palla estenuante senza arrivare alla finalizzazione. Al di la' dei calcoli aritmetici, è bene dunque ribadire in maniera del tutto asettica che resta un soffio di vento per proseguire le danze in giacca e cravatta. E poi, come per il primo tricolore, sarà nuovamente tutta 'nata storia perchè, sentimentalmente, per tutti i maradoniani avrà un significato ancora più bello poter esplodere definitivamente di gioia, dopo il lungo corteggiamento riuscito, condito da tanti baci, gara dopo gara, al chiar di luna con il Vesuvio a fare da cornice, un istante prima di aver potuto finalmente sussurrare all'orecchio della propria dolce metà appena conquistata: "E mmè diciste sì 'na sera 'e maggio!".

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com