NAPOLI - Dries Mertens, ex attaccante del Napoli e miglior bomber della storia azzurra, ha ricevuto la cittadinanza onoraria al Maschio Angioino. Di seguito tutte le dichiarazioni e la diretta della cerimonia pubblicata su YouTube dal Comune di Napoli.
Vincenza Amato, presidente del Consiglio Comunale: "Con grande onore e gioia ti consegniamo la cittadinanza onoraria. Volontà che è stata accolta a piene braccia e a pieno cuore dal nostro Consiglio Comunale e dal sindaco. Lo facciamo perché sei davvero un cittadino napoletano, hai interpretato la napoletanità insieme alla tua famiglia, hai capito cosa significa per noi la maglia azzurra, il Napoli. E hai accolto con quello spirito la nostra voglia di vittoria. Abbiamo atteso 33 anni per lo Scudetto, ora ne sono arrivati due, ci stiamo abituando. Sono orgogliosa di poter rappresentare il Consiglio Comunale perché ti vogliamo davvero bene, ti mettiamo tra le mani la nostra cittadinanza onoraria".
Anna Trieste, giornalista: "Dries non si è napoletanizzato dopo che è venuto qui. Nel suo patrimonio genetico c'è sempre stato qualcosa di napoletano. Nell'estate del 2013 viene acquistato dal Napoli. Ed è qui, ai piedi del Vesuvio, Dries diventa di avere un super potere ovvero quello di essere napoletano. Poi il primo gol in A contro la Fiorentina, una rasoiata che gonfia la rete. Quel gol significava "vagg fsatt o' cunt e ammasciata". Poi vince la Coppa Italia, una Supercoppa. Ha avuto la pazienza di aspettare la sua possibilità, ha aspettato 3 anni perché non era titolare, senza cattive parole. Con Sarri arriva il punto più luminoso della scena, il falso nuovo. Dopo un' po' di adattammento arriva l'era del nennillo d'oro. Poi doppiette, triplette e poi pallonetti. Vogliamo parlare di pallonetti? Come quelli contro il Torino, un pallonetto troppo bello. Prima di quel giorno nessuno pensava si potesse segnare da quella posizione, ora grazie a lui lo sappiamo. C'è poi la seggiata alla ;azio. Mertens fa parte di quegli eori che con 91 punti non hanno vinto lo scudetto, ma non la storia l'hanno scritta eccome perché è con loro che Napoli p diventata meta calcistica. Mertens supera così Careca, Altafini eguagliando Maradona e Hamsik ed infine li supera tutti diventando il miglior maracatore della storia azzurra. Il 23 aprile, Dries diventa Ciro. Si gioca la gara di ritorno contro il Wolfsburg. Lui con la pettorina inizia ad alluccare come un napoletano. Inizio a chiamarlo Ciro, mi venne spontaneo. Piano piano tutti iniziano a chiamarlo così. Ciro inizia a girare Napoli andando a Mergellina, Quartieri Spagnoli e nella mia Napoli Est. Tra i calciatori azzurri, Mertens è quello che sceglia la residenza più iconica come Palazzo Donna Anna. Il 31 gennaio inizia a ringraziare per gli auguri di S. Ciro. Inizia a diventare testimonial di Napoli senza chiederlo. Lui è napoletano perché di Napoli ha tutto, ha la resilienza: lui si adatta a fare la prima punta, si arrangia come un vero napoletano. Non riesce a girarsi dall'altra parte, non lascia nessuno da solo ed indietro. Porta le pizze ai senza tetto di Piazza Garibaldi, Dries c'è con i bambini con i ragazzi di Nisida. Anche a lui non è stato risparmiato il fuoco amico. Quando era in scadenza, si diceva fosse lento e che avesse chiamato suo figlio Ciro per ingraziarsi i tifosi".
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli: "Grazie al Consiglio Comunale, a tutti i consiglieri che hanno sollecitato questa cittadinanza onoraria per Dries Mertens. Abbiamo dovuto aspettare un po' perché eri in Turchia, abbiamo atteso con piacere. Ringrazio la tua famiglia perché per essere cittadini di un luogo non basta essere da soli e lo è anche la tua famiglia. Ringraziamo il console del Belgio, un paese che è amico dell'Italia e che ha accolto anche i nostri conterranei in passato. Ciò che volevo sottolineare è che questa cittadinanza onoraria dimostra il valore della nostra città di condivisione con persone che vengono da fuori un modo di vivere e un modo di essere. Essere fratelli, essere uniti, essere disponibili verso l'altro. E chi viene a Napoli questo l'avverte, sa che qui può sentirsi a casa proprio. I turisti vengono a Napoli e si sentono a casa loro. E questa è una cosa molto importante in un mondo in cui la differenza sembra un valore, in un mondo in cui se sei diverso sei un amico. Qui siamo tutti amici, Mertens è un grande amico di Napoli ed è napoletano. Napoli è una grande casa, una casa enorme che è di tutti. E da oggi è anche formalmente casa di Dries Mertens e la sua famiglia. Ora però non è finita qui, devi continuare a lavorare, a portare fuori il messaggio di una Napoli che sa cosa vuol dire accogliere, sa cosa vuol dire l'amore. Grazie Dries, per essere entrato nella nostra famiglia".
Dries Mertens: "Signor sindaco, cari amici napoletani, 12 anni fa sono arrivato in questa città per firmare col Napoli. Ma oggi non sono qui come calciatore, ma come uomo che si è innamorato di una città. Voglio ringraziare quindi il sindaco, il Consiglio Comunale e tutte le persone che hanno reso possibile questo gesto che mi tocca molto. Sono qui non sono per quello che ho fatto in campo ma soprattutto per la vita vissuta fuori dal campo. Napoli è caotica, rumorosa, a volte un po' sporca, ma chi vede solo questo non ha mai conosciuto davvero la città. Per me è la vista da Palazzo Donn'Anna, col Vesuvio sempre lì. Le mie giornate cominciano lì con un caffè e finiscono a volte sempre lì con un bicchiere di vino. Sono andato a Capri, a Ischia, che sono dei paradisi. Ma il paradiso è qui. La stessa passione che si vede allo stadio, da parte dei napoletani, si vede in tutto: nella famiglia, nell'amicizia, nelle discussioni, in tutto. Qui ho capito che basta poco per essere felici: il sole, del buon cibo e la buona compagnia. Questa città mi ha cambiato fuori dal campo, mi ha fatto capire cosa vuol dire sentirsi a casa. Qui ho costruito la mia famiglia, ho dato a mia figlio un nome tipico napoletano così porterà sempre con sé questa città. Napoli sarà sempre nel mio cuore e da oggi, grazie a voi, anch'io sono un po' nel cuore di Napoli. Se oggi sono qui è anche grazie a persone molto importanti nella mia vita. Voglio ringraziare i miei genitori: grazie per l'educazione e l'amore che mi avete sempre dato. E poi la persona più importante: mia moglie. Avevo 16 anni quando siamo diventati una coppia. Nei momenti cruciali lei è sempre stata la roccia della famiglia. Grazie a lei sono la persona che sono oggi. Nessuno è perfetto, ma lei è molto vicina alla perfezione. Sono molto onorato di averla al mio fianco. Amore, grazie di tutto".
di Napoli Magazine
06/06/2025 - 13:05
NAPOLI - Dries Mertens, ex attaccante del Napoli e miglior bomber della storia azzurra, ha ricevuto la cittadinanza onoraria al Maschio Angioino. Di seguito tutte le dichiarazioni e la diretta della cerimonia pubblicata su YouTube dal Comune di Napoli.
Vincenza Amato, presidente del Consiglio Comunale: "Con grande onore e gioia ti consegniamo la cittadinanza onoraria. Volontà che è stata accolta a piene braccia e a pieno cuore dal nostro Consiglio Comunale e dal sindaco. Lo facciamo perché sei davvero un cittadino napoletano, hai interpretato la napoletanità insieme alla tua famiglia, hai capito cosa significa per noi la maglia azzurra, il Napoli. E hai accolto con quello spirito la nostra voglia di vittoria. Abbiamo atteso 33 anni per lo Scudetto, ora ne sono arrivati due, ci stiamo abituando. Sono orgogliosa di poter rappresentare il Consiglio Comunale perché ti vogliamo davvero bene, ti mettiamo tra le mani la nostra cittadinanza onoraria".
Anna Trieste, giornalista: "Dries non si è napoletanizzato dopo che è venuto qui. Nel suo patrimonio genetico c'è sempre stato qualcosa di napoletano. Nell'estate del 2013 viene acquistato dal Napoli. Ed è qui, ai piedi del Vesuvio, Dries diventa di avere un super potere ovvero quello di essere napoletano. Poi il primo gol in A contro la Fiorentina, una rasoiata che gonfia la rete. Quel gol significava "vagg fsatt o' cunt e ammasciata". Poi vince la Coppa Italia, una Supercoppa. Ha avuto la pazienza di aspettare la sua possibilità, ha aspettato 3 anni perché non era titolare, senza cattive parole. Con Sarri arriva il punto più luminoso della scena, il falso nuovo. Dopo un' po' di adattammento arriva l'era del nennillo d'oro. Poi doppiette, triplette e poi pallonetti. Vogliamo parlare di pallonetti? Come quelli contro il Torino, un pallonetto troppo bello. Prima di quel giorno nessuno pensava si potesse segnare da quella posizione, ora grazie a lui lo sappiamo. C'è poi la seggiata alla ;azio. Mertens fa parte di quegli eori che con 91 punti non hanno vinto lo scudetto, ma non la storia l'hanno scritta eccome perché è con loro che Napoli p diventata meta calcistica. Mertens supera così Careca, Altafini eguagliando Maradona e Hamsik ed infine li supera tutti diventando il miglior maracatore della storia azzurra. Il 23 aprile, Dries diventa Ciro. Si gioca la gara di ritorno contro il Wolfsburg. Lui con la pettorina inizia ad alluccare come un napoletano. Inizio a chiamarlo Ciro, mi venne spontaneo. Piano piano tutti iniziano a chiamarlo così. Ciro inizia a girare Napoli andando a Mergellina, Quartieri Spagnoli e nella mia Napoli Est. Tra i calciatori azzurri, Mertens è quello che sceglia la residenza più iconica come Palazzo Donna Anna. Il 31 gennaio inizia a ringraziare per gli auguri di S. Ciro. Inizia a diventare testimonial di Napoli senza chiederlo. Lui è napoletano perché di Napoli ha tutto, ha la resilienza: lui si adatta a fare la prima punta, si arrangia come un vero napoletano. Non riesce a girarsi dall'altra parte, non lascia nessuno da solo ed indietro. Porta le pizze ai senza tetto di Piazza Garibaldi, Dries c'è con i bambini con i ragazzi di Nisida. Anche a lui non è stato risparmiato il fuoco amico. Quando era in scadenza, si diceva fosse lento e che avesse chiamato suo figlio Ciro per ingraziarsi i tifosi".
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli: "Grazie al Consiglio Comunale, a tutti i consiglieri che hanno sollecitato questa cittadinanza onoraria per Dries Mertens. Abbiamo dovuto aspettare un po' perché eri in Turchia, abbiamo atteso con piacere. Ringrazio la tua famiglia perché per essere cittadini di un luogo non basta essere da soli e lo è anche la tua famiglia. Ringraziamo il console del Belgio, un paese che è amico dell'Italia e che ha accolto anche i nostri conterranei in passato. Ciò che volevo sottolineare è che questa cittadinanza onoraria dimostra il valore della nostra città di condivisione con persone che vengono da fuori un modo di vivere e un modo di essere. Essere fratelli, essere uniti, essere disponibili verso l'altro. E chi viene a Napoli questo l'avverte, sa che qui può sentirsi a casa proprio. I turisti vengono a Napoli e si sentono a casa loro. E questa è una cosa molto importante in un mondo in cui la differenza sembra un valore, in un mondo in cui se sei diverso sei un amico. Qui siamo tutti amici, Mertens è un grande amico di Napoli ed è napoletano. Napoli è una grande casa, una casa enorme che è di tutti. E da oggi è anche formalmente casa di Dries Mertens e la sua famiglia. Ora però non è finita qui, devi continuare a lavorare, a portare fuori il messaggio di una Napoli che sa cosa vuol dire accogliere, sa cosa vuol dire l'amore. Grazie Dries, per essere entrato nella nostra famiglia".
Dries Mertens: "Signor sindaco, cari amici napoletani, 12 anni fa sono arrivato in questa città per firmare col Napoli. Ma oggi non sono qui come calciatore, ma come uomo che si è innamorato di una città. Voglio ringraziare quindi il sindaco, il Consiglio Comunale e tutte le persone che hanno reso possibile questo gesto che mi tocca molto. Sono qui non sono per quello che ho fatto in campo ma soprattutto per la vita vissuta fuori dal campo. Napoli è caotica, rumorosa, a volte un po' sporca, ma chi vede solo questo non ha mai conosciuto davvero la città. Per me è la vista da Palazzo Donn'Anna, col Vesuvio sempre lì. Le mie giornate cominciano lì con un caffè e finiscono a volte sempre lì con un bicchiere di vino. Sono andato a Capri, a Ischia, che sono dei paradisi. Ma il paradiso è qui. La stessa passione che si vede allo stadio, da parte dei napoletani, si vede in tutto: nella famiglia, nell'amicizia, nelle discussioni, in tutto. Qui ho capito che basta poco per essere felici: il sole, del buon cibo e la buona compagnia. Questa città mi ha cambiato fuori dal campo, mi ha fatto capire cosa vuol dire sentirsi a casa. Qui ho costruito la mia famiglia, ho dato a mia figlio un nome tipico napoletano così porterà sempre con sé questa città. Napoli sarà sempre nel mio cuore e da oggi, grazie a voi, anch'io sono un po' nel cuore di Napoli. Se oggi sono qui è anche grazie a persone molto importanti nella mia vita. Voglio ringraziare i miei genitori: grazie per l'educazione e l'amore che mi avete sempre dato. E poi la persona più importante: mia moglie. Avevo 16 anni quando siamo diventati una coppia. Nei momenti cruciali lei è sempre stata la roccia della famiglia. Grazie a lei sono la persona che sono oggi. Nessuno è perfetto, ma lei è molto vicina alla perfezione. Sono molto onorato di averla al mio fianco. Amore, grazie di tutto".